incontinenza urinaria nell'uomoL’incontinenza urinaria viene definita da stress quando le perdite si verificano in tutte le situazioni in cui la pressione all’interno della vescica supera la capacità dello sfintere e delle strutture di supporto a trattenere le urine. Tale fenomeno può essere paragonato ad un difetto o ad una completa rottura di una guarnizione di un tubo idraulico. Nel maschio l’incontinenza urinaria da stress si verifica quasi esclusivamente come conseguenza di interventi chirurgici sull’uretra e sulla prostata. La causa di gran lunga più frequente è la prostatectomia radicale. Tale intervento si pratica per la cura del tumore della prostata. Questa complicanza dopo l’intervento, seppur limitata a una bassa percentuale dei pazienti operati, altera significativamente la qualità della vita del paziente e lo costringe molto spesso ad utilizzare presidi quali assorbenti, pannolini o pannoloni molto fastidiosi, ingombranti ed irritanti, soprattutto nel periodo estivo.

La prima cosa da fare ad un paziente che presenta dopo 2-3 mesi dall’intervento un’incontinenza di questo tipo è la riabilitazione del pavimento pelvico, che si prefigge di consolidare le strutture muscolari deputate alla continenza. Purtroppo non sempre è sufficiente.

In seconda istanza viene proposta la soluzione chirurgica. Esistono vari tipi di soluzioni chirurgiche che, con diversi meccanismi, si prefiggono di migliorare la continenza delle urine.

Bulking agents

I bulking agents sono sostanze volumizzanti che vengono iniettate per via endoscopica nel punto di congiunzione tra la vescica e l’uretra (chiamata collo vescicale). Lo scopo è quello di ispessire le pareti dell’uretra creando una specie di restringimento così da impedire o ridurre le perdite di urina. Possono offrire beneficio temporaneo e miglioramento della qualità di vita a fronte di un intervento non invasivo per la loro applicazione.

proACT

I proACT sono dispositivi costituiti da un palloncino gonfiabile. Il concetto con cui vengono utilizzati è simile a quello dei bulking agents. Due palloncini vengono inseriti sgonfi tramite millimetriche incisioni perineali e posizionati a fianco dell’uretra a livello del collo vescicale. Il loro gonfiaggio consente la compressione delle pareti dell’uretra, e quindi una riduzione del lume. I vantaggi dei proACT sono: la mini invasività della procedura necessaria per il loro inserimento, la possibilità di variare il riempimento dei palloncini per modulare la compressione dell’uretra (i palloncini possono essere gonfiati e sgonfiati tramite semplice puntura percutanea).

Sling

Le sling sono benderelle costituite da materiale non riassorbibile che vengono fissate sotto l’uretra e inserite attraverso un approccio chirurgico. Sono definite fisse in quanto la loro tensione viene determinata al momento del loro inserimento e, dopo l’intervento, non è più possibile effettuare variazioni.

Le sling aggiustabili consentono al chirurgo di variare la compressione che la sling esercita sull’uretra anche dopo l’intervento eseguito per l’inserimento. Questa caratteristica offre la possibilità di allentare la tensione della benderella se troppo tesa (quindi ostruente la minzione) oppure se non tesa a sufficienza (quindi inefficace per la contenzione delle perdite di urina). Non esiste evidenza che le sling aggiustabili offrano benefici aggiuntivi rispetto alle altre sling.

Sfintere artificiale

Lo sfintere artificiale (AMS 800) è un dispositivo che viene utilizzato per la cura dell’incontinenza urinaria da oltre 30 anni ed è considerato il trattamento standard per le forme moderate-gravi. E’ un sistema idraulico costituito da una cuffia, un serbatoio a pressione modulata e un dispositivo di controllo. La cuffia viene applicata intorno all’uretra, il serbatoio vicino alla vescica e il dispositivo di controllo nello scroto in posizione sottocutanea. In condizioni basali la cuffia, riempita di liquido, costringe l’uretra (come in condizioni normali) e previene le perdite di urina. Quando il paziente intende urinare agisce sul dispositivo di controllo nello scoto (lo preme con due dita) permettendo al liquido di fuoriuscire dalla cuffia. In questo modo lo sfintere artificiale si rilassa e consente la minzione. Automaticamente, dopo alcuni minuti, il serbatoio spinge nuovamente il liquido nella cuffia che ritorna a costringere l’uretra. Lo sfintere artificiale raggiunge tassi di continenza completa anche in oltre 80% dei pazienti. Le complicanze possono essere il malfunzionamento (che necessita revisione per eventuale sostituzione di parti o dell’intero dispositivo), erosione dell’uretra, infezione.

 

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