Un flusso minzionale anomalo è spesso espressione di un disfunzione del tratto urinario inferiore. La misurazione del flusso urinario (uroflussometria) è un indagine non invasiva che ci consente di capire come il paziente urina normalmemte, E’ uno degli esami più richiesti da noi urologi per poter dare indicazioni terapeutiche adeguate ai nostri pazienti. Rappresenta una valutazione oggettiva del disturbo riferita dal paziente.
Questo esame non prevede particolari preparazioni. L’esame viene effettuato quando il paziente avverte lo stimolo minzionale normale. Il volume consigliato per avere un esame attendibile è di 150 – 400 ml. Pertanto, il paziente viene invitato a bere 1 litro di acqua circa 2-3 ore precedenti l’esame. Per evitare ansia al paziente l’esame viene eseguito in un ambulatorio dove il soggetto possa mingere spontaneamente e in un ambiente isolato senza lo sguardo diretto dell’infermiere.
L’esame si referta grazie al tracciato che l’apparecchio uroflussometrico emette dopo la minzione del paziente come da figura sottostante:
Un flusso normale presenta un flusso massimo maggiore di 15 ml al secondo negli uomini e 25 ml al secondo nelle donne come indicato dal tracciato sottostante.
Un paziente con un problema di ingrossamento di prostata (ipertrofia prostatica benigna - IPB) può presentare un’uroflussometria appiattita (flusso massimo <15 ml/sec e tempo di minzione prolungata):
Talvolta il paziente ostruito presenta un tracciato “ad onde” come evidenziato da questo tracciato:
Un flusso cosiddetto “a plateaux” può indicare un paziente con stenosi dell’uretra:
L’uroflussometria è un esame non invasivo, ripetibile, di facile esecuzione, poco costoso che fornisce all’urologo importanti informazioni sui disturbi minzionali riferiti dal paziente. Tuttavia, in molti casi è un esame poco attendibile: volumi vuotati < 150 ml o > 450 ml o quando il paziente riferisce di aver eseguito l’esame non a proprio agio (come se non fosse a casa sua).
Se un paziente presenta un esame di norma è difficile che abbia problemi funzionali o anatomici. Invece, se l’esame si presenta patologico il paziente può soffrire di una patologia urologica da indagare e da curare adeguatamente mediante terapie farmacologiche, fisiatriche o chirurgiche.
Dott. Gian Luca Milan
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