L’eiaculazione precoce (EP) è la più frequente disfunzione sessuale maschile coinvolgendo circa il 30% degli uomini. Tale patologia influisce negativamente sulla soddisfazione sessuale del paziente e sulla qualità della vita della coppia. Le terapie psicosessuologiche e quelle farmacologiche (anestetici locali, antidepressivi triciclici o gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina) hanno dimostrato dei limiti al loro utilizzo. La terapia psicosessuologica generalmente risulta efficace nel breve periodo ma diventa poco efficace nel lungo periodo.
Tra le varie terapie farmacologiche provate un ruolo sembrerebbe avere la silodosina.
Tale molecola risulta essere un antagonista selettivo dei recettori a1A-adrenergici e viene utilizzata nella terapia dei sintomi minzionali ostruttivi del basso apparato urinario. Un recente studio effettuato su 31 pazienti affetti da EP che hanno utilizzato silodosina con dosaggio di 8 mg 1 volta al giorno ha dimostrato l’efficacia di questo trattamento su tale problematica sessuale. Questo lavoro condotto da Masciovecchio e coll. dell’Università di L’Aquila ha dimostrato che i pazienti con EP con silodosina 8 mg al giorno aumentavano mediamente la latenza eiaculatoria intravaginale (IELT) da 59 secondi a 165 secondi con miglioramento della soddisfazione sessuale. La silodosina, così come la maggior parte dei farmaci di questa classe, può causare eiaculazione retrograda (7 pazienti di questa casistica) o riduzione del volume dell’eiaculato (in 10 pazienti). Non vi sono stati altri effetti collaterali.
Pertanto, la silodosina può avere un ruolo nel trattamento della EP. Senza dubbio ulteriori studi sono necessari per valutare l’efficacia e la sicurezza della terapia giornaliera con silodosina con dosaggio da 8 mg.