testosterone e sistema cardiovascolareUn recente  lavoro scientifico, apparso sul Journal of the American Medical Association e condotto su circa 8.700 uomini, sembra scatenare tutte una serie di paure ed ansie in chi utilizza questo ormone come terapia sostitutiva, ad esempio nei deficit legati all’andropausa. Infatti, questo studio di analisi retrospettiva, condotto da alcuni ricercatori del Southwestern Medical Center di Dallas, sembra mostrare un aumento del rischio di infarto, ictus e morte nei maschi che iniziano questa terapia con il testosterone dopo essersi sottoposti, per important problemi cardiovascolari, ad una angiografia delle coronarie.
La casistica presentata è imponente: quasi 9000 uomini con un’età media di 60 anni, importanti problemi cardiaci, come già detto, e un livello di testosterone nel sangue sotto i 300 nanogrammi per decilitro  (per avere un vero e proprio deficit di ormone, cioè un ipogonadismo, si deve scendere al disotto dei 230 nanogrammi per decilitro).


Nella casistica considerata ictus e infarti hanno interessato il 20% dei partecipanti senza terapia sostitutiva ed il 26% di quelli che prendevano testosterone, cioè si è osservato un aumento di circa il 6% di eventi gravi ed infausti senza che fossero presenti altri fattori di rischio significativi (ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia od altro).
Questo lavoro, anche se guarda ad una popolazione di uomini particolari, cioè tutti con una cardiopatia importante, ci porta a fare un pensiero su tutte le terapie sostitutive con il testosterone che noi andrologi indichiamo, ad esempio in uomini più giovani che prendono questo ormone per migliorare le loro prestazioni fisiche; bisogna sempre ricordare che in questi casi possono scatenarsi effetti collaterali sul sistema cardiovascolare.

 

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