Molteplici sono le fonti di informazione cui si rivolge il paziente con carcinoma della prostata, diverse a seconda della etnia, l’istruzione e la sede dello studio. La più utilizzata e utile è risultata la descrizione della terapia da parte del medico curante.
La disponibilità, l’utilizzo e l’utilità delle varie fonti di informazione è fondamentale nella scelta del trattamento del carcinoma prostatico, spesso basata sui risultati attesi. Mentre la disponibilità di documentazione è ampia, i problemi relativi a gradimento, qualità e chiarezza possono limitarne l’uso e l’utilità.
Nonostante l'elevata prevalenza di tumore alla prostata, pochi sono i dati relativi alla frequenza d’uso delle fonti di informazione da parte dei pazienti, alla loro utilità e gradimento.
Uno studio su 1.204 partecipanti prospettico, multicentrico, osservazionale, dovevano specificare, attraverso questionari telefonici somministrati prima della terapia e durante il follow-up, a quali fonti si erano rivolti (spiegazione da parte del medico, opuscoli, internet, famiglia/amici, libri, casistica medica, esperienza di altri pazienti, video), quali ritenevano più utili e quanto si ritenessero soddisfatti. Lo studio in oggetto ha inteso colmare questa lacuna valutando tali parametri in un campione di uomini con carcinoma prostatico di recente diagnosi e sottoposti a terapia definitiva.
Da questo studio emerge che la descrizione della malattia da parte del medico è risultata la fonte più frequentemente utilizzata (93,2% dei casi), seguita da materiale cartaceo come volantini e opuscoli (82,5%), siti internet (68%), famiglia/amici (63,7%) e libri sul carcinoma della prostata (59,15). La più utile è stata sempre l’informazione del medico (33,1%), seguita da internet (18,9%) e dai libri (18,1%)
Nonostante la disponibilità di molte fonti, le informazioni fornite dal medico rimangono le più rilevanti per il paziente. La disponibilità di queste informazioni è correlata anche alla soddisfazione per il trattamento, ed è quindi possibile ipotizzare un impatto negativo quando il paziente percepisce il counseling pre-operatorio fornito dal medico come fondamentalmente inadeguato.
Fornire a questi soggetti informazioni riguardo al percorso terapeutico e ai risultati attesi potrebbe contribuire a migliorare il loro livello di soddisfazione per il trattamento.