Il papilloma virus umano (HPV) rappresenta una delle infezioni virali più frequenti sessualmente trasmissibili ed è un virus che infetta le cellule dell'epitelio di cute e mucose dell'apparato anogenitale ma anche del tratto respiratorio superiore e rappresenta la più comune infezione a trasmissione sessuale.
Che patologie provoca il papilloma virus umano (HPV)
L'infezione da HPV può portare a una degenerazione carcinomatosa delle cellule infettate e il vaccino che specificatamente previene queste infezioni è quindi considerato il primo vaccino contro il cancro.
Sappiamo, infatti, che L’HPV provoca anche molti tipi di cancro e nel mondo è responsabile del 5 per cento di tutti i tumori.
Sono molti i ceppi dell’HPV (circa fino a 100) e in particolare il ceppo n. 16 e n. 18 sono responsabili del cancro della cervice uterina fino al 70% dei casi.
Contro tali ceppi è stato messo a punto il primo vaccino nel 2006 e successivamente è stato introdotto il vaccino anche per i ceppi n. 6 e 11 responsabili dei condilomi genitali.
Infine è stato poi creato il vaccino nonavalente (che copre 9 ceppi virali) che protegge circa il 90% dei tumori correlati all’HPV.
Sembra che l’HPV determini:
- la grande maggioranza dei tumori della cervice uterina;
- il 70% dei tumori dell’orofaringe;
- di circa il 50-60% dei tumori anali, vaginali e della vulva.
Circa il 30% dei tumori dell’organo sessuale maschile sembrano correlati all’HPV.
Vaccino HPV: come funziona?
Una delle armi per contrastare le infezioni da HPV è la vaccinazione. Quest’ultima consiste nell’introduzione di batteri o di virus o costituenti di esso, resi incapaci di nuocere all’organismo in cui vengono inoculati, e al tempo stesso dotati ancora della propria attività antigenica che consente di promuovere una specifica risposta immunitaria.
Per tale motivo la vaccinazione contro l’HPV riveste al giorno d’oggi una sfida importante nella prevenzione dell’infezione virale possibile fattore di rischio di neoplasie maligne soprattutto femminili ma anche maschili.
Si consiglia, pertanto, la vaccinazione di tutte le ragazze prima dell'inizio dell'attività sessuale.
Perchè vaccinarsi?
Il momento critico per il contagio, infatti, è nell'adolescenza e nella prima giovinezza, anche se l'effetto dannoso del virus risulta lento, per cui i tumori possono comparire anche diversi decenni dopo.
Considerando le statistiche che dimostrano che un’alta percentuale di ragazze ha il primo rapporto sessuale intorno ai 13 anni, l'Italia, come molti Paesi europei, ha stabilito che la vaccinazione debba essere fatta nel dodicesimo anno di età.
E’ ovvio che la vaccinazione si possa posticiparla anche molto più avanti, ma in quel caso si esce dal programma vaccinale pubblico e bisogna provvedere privatamente.
I maschi che contraggono un’infezione da HPV possono andare incontro:
- ai condilomi genitali;
- al tumore dell’organo sessuale;
- tumore dell’ano;
- tumore orofaringeo.
Secondo l'OMS è opportuno vaccinare anche gli adolescenti maschi, come previsto in Italia dal Piano nazionale prevenzione vaccini 2017-2019.
La vaccinazione contro l’HPV prevede 2 dosi distanziate di 4-6 mesi se avviene prima dei 15 anni.
In seguito, sono necessarie 3 dosi: la seconda dopo 2 mesi e la terza dopo 4-6 mesi circa dalla prima.
La vaccinazione contro i virus HPV è molto ben tollerata e gli unici effetti collaterali osservati sono delle reazioni cutanee nel punto di iniezione.
In Sintesi
In sintesi il vaccino anti-papillomavirus umano:
- è l’unico modo per prevenire l’infezione da virus papilloma
- è sicuro;
- offre a maschi e femmine la più ampia copertura possibile contro questo tipo di infezioni
- ha efficacia massima in chi non è ancora venuto a contatto con il virus, ma protegge in modo minore anche chi ha in precedenza contratto l’infezione, senza evidenza in atto della stessa;
- diminuisce di efficacia con il crescere dell’età (massima sino ai 25/26 anni);
- previene più del 70% dei tumori del collo dell’utero, ma non il 100%. Per questo motivo anche dopo aver fatto il vaccino è importante sottoporsi agli esami di screening preventivi;
- protegge anche da altre forme di cancro per le quali lo screening non esiste (oro-faringe, ano, genitali maschili e femminili) oppure offre una protezione limitata;
- è raccomandato;
- è gratuito sino ai 18 negli uomini e i 25 nelle donne.
Si può affermare quindi che in un prossimo futuro una vaccinazione universale con l’HPV possa far precipitare significativamente il tasso di incidenza di questa infezione sessualmente trasmissibile e di conseguenza ridurre l’incidenza delle neoplasie maligne ad essa collegate.
I vaccinati non dovranno mai sentirsi al sicuro contro la trasmissione di infezioni sessualmente trasmissibili e, pertanto, non si dovrà mai abbassare la guardia e utilizzare tutti le precauzioni per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili come ad esempio l’utilizzo del preservativo nei rapporti considerati a rischio.
Dott. Gian Luca Milan