La renella (“sabbia renale”) indica la presenza di piccoli calcoli nei reni (microcalcoli), che altro non sono che degli aggregati cristallini, i quali possono spostarsi anche nella vescica e nelle vie urinarie. Sono molto fastidiosi, perché possono comportare disturbi della minzione e coliche renali. Questi costituiscono i principali sintomi della patologia. Quest’ultima può essere curata attraverso il ricorso a dei farmaci specifici, anche se esistono degli altri rimedi, principalmente delle soluzioni tratte dalla natura. Dobbiamo ricordarci, comunque, che la principale cura per la renella è costituita soprattutto da ciò che inseriamo nella nostra dieta.
I sintomi della renella possono essere individuati facilmente, anche perché sono ravvisabili disturbi nella minzione e dolori che tipicamente si esprimono con la colica renale. La colica renale tipica si esprime con dolore acuto al fianco che si irradia anteriormente verso la regione inguinale e genitale associata molto spesso a nausea e vomito. Talvolta sono presenti anche sintomi simili alla cistite come bruciori minzionali, urgenza e aumento della frequenza urinaria. La renella è diversa dalla calcolosi renale perché l’aggregazione di cristallini è costituita principalmente da acido urico e acido ossalico, la cui consistenza è meno elevata rispetto a quella che caratterizza i calcoli nei reni.
Fra le cause del fenomeno c’è sicuramente un’alimentazione sbagliata, anche se influisce molto la maggiore predisposizione di alcuni individui. La diagnosi si basa essenzialmente sulla sintomatologia, sull’esame obiettivo, sull’analisi del sedimento urinario e sulla ecografia reno-vescicale che permette di evidenziare molto spesso la presenza di microspots iperecogeni, a livello delle cavità renali, segno indiretto di microlitiasi renale, molto spesso bilaterale.
La dieta per la renella deve essere seguita appositamente innanzi tutto per la prevenzione del disturbo. In questo senso si dovrebbero limitare soprattutto le bevande a base di cola o di caffeina. Comunque la corretta alimentazione è consigliata anche in caso di disturbo conclamato. Tutto varia in base alla presenza dei sedimenti urinari. Per esempio, se la renella è causata da ossalato di calcio, si devono ridurre i cibi ricchi di sodio e di ossalati. Fra questi rientrano gli spinaci, il rabarbaro, il prezzemolo, la barbabietola rossa, la verza, i pomodori verdi, la bietola, l’erba cipollina, il tè verde, il cacao e il cioccolato. Per le verdure si dovrebbe badare al metodo di cottura, lessandole in abbondante acqua acidulata. Se la renella è causata dall’abbondanza di acido urico, bisognerebbe ridurre i cibi ricchi di purine, come i frutti di mare, le acciughe, le aringhe, il brodo di carne, carni e pesci grassi, le sardine sott’olio. Molto importante è il bere acqua abbondante, almeno 250-300 ml di liquidi complessivi ogni ora, sia nel corso della giornata che di notte. La quantità di acqua va aumentata in estate e nella pratica dell’esercizio fisico.
I rimedi per la renella sono soprattutto quelli che potremmo definire rimedi naturali. Si tratta di sostanze ad azione diuretica, che vanno assunte sotto forma di tisana, per stimolare la diuresi. Allo stesso tempo rappresentano un’utilità anche le spezie dall’azione antispasmodica ed antinfiammatoria. Per esempio, una tisana utile potrebbe essere quella a base di gramigna, foglie di betulla, verga d’oro, radice di ononide e radice di liquirizia. L’assunzione di questi infusi dovrebbe essere distribuita nel corso della giornata, in modo da garantire che il volume delle urine sia sempre elevato. Si può bere anche un decotto a base di mais e di semi di finocchio.
La cura della renella può essere portata avanti in vari modi. Un punto fermo è costituito dall’alimentazione, che dovrebbe essere adeguata. In ogni caso il medico può prescrivere anche dei farmaci, per favorire l’espulsione dei piccolissimi calcoli. Molto utili sono le acque oligominerali, che corrodono i calcoli, alleviano il dolore, svolgono un’azione decongestionante e favoriscono l’espulsione dei cristallini.
Dott. Gian Luca Milan