I calcoli vescicali primitivi sono quelli che compaiono in assenza di altri disturbi minzionali. Negli adolescenti al giorno d’oggi in Europa sono assai rari. Invece, nei Paesi sottosviluppati l’incidenza è significativamente alta a causa da un lato dalle abitudini e necessità dietetiche (carenza di proteine e di fosfati) e dall’altro dalla disidratazione cronica da alte temperature e dissenteria che favoriscono, in questi luoghi, la formazione dei calcoli vescicali.
Normalmente le infezioni delle vie urinarie (cistiti nelle donne e prostatiti nell’uomo) non giocano alcun ruolo nella creazione di un calcolo vescicale. Tuttavia, se parliamo di calcolosi vescicale secondaria le cause infettive possono avere un ruolo significativo associato, solitamente, ad un’alterazione dello svuotamento vescicale (iperplasia prostatica benigna, stenosi uretrali, vescica neurologica, ecc…). Queste condizioni sono solitamente associate al ristagno urinario con infezioni urinarie croniche. Cause più rare che determinano calcoli vescicali sono i corpi estranei vescicali che possono fungere da nuclei di cristallizzazione di calcoli vescicali di apatite.
I sintomi di una calcolosi vescicale può essere, solitamente, legata alla difficoltà allo svuotamento vescicale. In presenza di calcoli vescicali si può presentare un’iperattività detrusoriale con stimolo imperioso ed impellente alla minzione. Oppure, a causa della dislocazione parziale o totale del calcolo stesso la minzione può risultare difficoltosa o impossibile. Da non trascurare l’associazione con micro e/o macroematuria fastidiose per il paziente.
La presenza di un calcolo vescicale è facilmente individuabile con un basale esame ecotomografico addominale a vescica piena: si riconosce il tipico riflesso con cono d’ombra distale causato dal calcolo. Con l’ecografia è possibile stabile il numero e le dimensioni dei calcoli vescicali per stabilire il successivo iter diagnostico e terapeutico. Il calcolo si differenzia da altre lesioni vescicali perché cambiando posizione sul lettino ecografico il calcolo cambia posizione (quindi è mobile). Questo consente di escludere la presenza di una neoplasia vescicale calcificata (che solitamente non si muove all’interno del lume vescicale). Un’altra opzione terapeutica è la radiografia diretta dell’addome. Tuttavia, in questo caso bisogna distinguere tra miomi calcifici, fleboliti, cisti ovariche calcifiche, calcoli ureterali terminali, ecc.).
Il trattamento dei calcolo vescicali varia in base all’eziologia: la frantumazione del calcolo con laser e la sua bonifica endoscopica può risultare parzialmente risolutiva. E’ necessario correggere, modificare e trattare i fattori favorenti l’insorgenza di un calcolo vescicale.
Dott. Gian Luca Milan
Immagine copyright depositphotos\remik44992