Ritenere che l'acqua del rubinetto faccia male è un'idea del tutto infondata. Si pensa , infatti, che possa favorire l'insorgenza di calcoli renali a causa dell'elevato contenuto di calcare. Tuttavia, se non ci sono controindicazioni, si può bere elevate quantità d'acqua al giorno, anche dal rubinetto.
La differenza con le acque in bottiglia sta nell'origine. La minerale in commercio proviene da ambienti geologici definiti e naturalmente protetti e controllati, per legge, in grado di garantire purezza microbiologica e stabilità di composizione. Per essere classificata tale, dev'essere sottoposta a una serie di analisi chimiche, farmacologiche e idrogeologiche che ne assicurino le proprietà: solo così il ministero della Salute dà la sua approvazione e avalla le indicazioni delle proprietà (diuretiche, digestive e così via) riportate sull'etichetta.
L'acqua dell'acquedotto, invece, arriva in città da siti diversi (laghi, fiumi, sorgenti sotterranee) e viene purificata e potabilizzata prima del consumo, così da renderla sicura su tutta la rete di distribuzione. La normativa italiana prevede controlli rigorosi e specifici che garantiscono sicurezza. Nessun rischio, allora, con il rubinetto. Al vantaggio economico (minor spesa) aggiungiamo anche un minor impatto ambientale (minor utilizzo di bottiglie di plastica).
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