La chirurgia ricostruttiva e i suoi tanti miracoli, è proprio il caso di dirlo, ora che è andato a buon fine anche il trapianto di uno degli organi più delicati in assoluto, il pene. A qualcuno potrà scappare un sorrisino o una battuta, ma non c’è niente da scherzare su questo che, proprio come l’organo in questione, è un argomento decisamente delicato.
Il primo trapianto di pene al mondo è stato effettuato lo scorso dicembre in Sudafrica su un paziente di 21 anni che aveva perduto l’organo a causa di una circoncisione rituale finita male. Tre anni fa, al momento dell’insorgere delle complicazioni dopo la circoncisione, i medici erano riusciti a salvare solo un centimetro del pene originale.
Ora il ragazzo ha un pene nuovo e perfettamente funzionante, in ogni suo aspetto. A soli tre mesi dall’intervento, ha infatti riguadagnato la perfetta funzionalità dell’organo, sia dal punto di vista urologico che sessuale e i medici pensano che potrà recuperare nel giro di un paio di anni la sensibilità al 100%. A conferma della sua perfetta funzionalità la recente dichiarazione della compagna del paziente, incinta di qualche mese. L’uomo con il pene trapiantato dunque diventerà padre, sembra incredibile.
L’operazione, durata nove ore, è stata possibile grazie all’organo di un donatore deceduto. La tecnica usata dalla squadra di medici dell’università di Stellenbosch è molto simile a quella utilizzata per i trapianti facciali, la sfida in questi casi è quella di riuscire a unire tra di loro vasi sanguigni e nervi del diametro anche inferiore ai 2 mm.
Ora che l’equipe sudafricana ha dimostrato che un intervento di questo tipo è possibile e che è possibile restituire un organo funzionante al 100%, si apriranno sicuramente nuovi scenari per questo tipo di chirurgia andrologica. Altri pazienti sono già in lista per ricevere un pene nuovo ed entrare così nel primo studio pilota per perfezionare l’intervento.
Si tratta di una svolta decisiva per la chirurgia, un intervento del quale potranno beneficiare le persone che - come il suo pioniere – perdono il pene in seguito a circoncisioni finite male (ogni anno solo in Sudafrica sono almeno 250), ma anche pazienti colpiti da cancro, da anomalie genetiche o dagli effetti collaterali di trattamenti contro la disfunzione erettile.
Anche negli Stati Uniti è stato effettuto un trapianto del pene. Il primato nordamericano spetta ai chirurghi del Massachusetts General Hospital di Boston che hanno trapiantato un nuovo pene, prelevato da un cadavere, ad un uomo di 64 anni che aveva subito la rimozione del suo organo genitale a causa di un problema oncologico.
L’intervento è durato 15 ore ed i chirurghi, che hanno eseguito l’intervento, sono cautamente ottimisti sul positivo esito della complessa strategia chirurgica che ho coinvolto un agguerrito team di 12 specialisti chirurghi e altri 30 sanitari.
E’ un intervento sperimentale inserito in un programma di ricerca iniziato ed attivato per cercare di risolvere i gravi problemi post-bellici che hanno interessato i veterani americani, vittime di gravi lesioni a livello dei genitali e della pelvi a cui si sono aggiunti anche malati oncologici o con esiti da traumi importanti, secondari ad un incidente stradale.
E’ proprio un altro paziente con ustioni importanti a livello pelvico, dopo un incidente stradale, è pronto a subire il trapianto, il secondo negli Stati Uniti d'America, appena sarà trovato un altro donatore.
L’operato invece tra poche settimane dovrebbe, se tutto va bene, riprendere le sue funzioni urinarie e, tra qualche mese, si spera nel recupero anche della sua funzione sessuale.
Curtis L. Cetrulo, il medico che ha diretto il numeroso team chirurgico, sembra avere, su queste tematiche, un atteggiamento molto positivo.
Comunque anche altre strutture sanitarie nordamericane sono pronte a fare questo "passo" e stanno pianificando altri trapianti di pene; così i chirurghi della Johns Hopkins University School of Medicine hanno già in lista d’attesa, per tale tipo di intervento, un militare veterano ferito gravemente in Afghanistan.
L’intervento ha un costo che si aggira intorno ai 50 - 75 mila dollari ma dobbiamo ricordare che dal 2001 al 2013 sono ben 1367 i militari che hanno subito gravi lesioni belliche a livello del proprio apparato genito-urinario e si tratta in buona sostanza, anche se sono chiamati veterani, di ragazzi con un’età compresa tra i 18 e i 20 anni.
Questo è il secondo intervento di tale tipo nel mondo. Si tratta ora comunque di perfezionare la complessa tecnica chirurgica e di aumentare il più possibile le conoscenze specifiche immunologiche per ridurre o addirittura eliminare la necessità di utilizzare farmaci anti-rigetto.
Dott. Gian Luca Milan