Rezum: per la Prostata Ingrossata Nuovo Trattamento Poco Invasivo
Cosa è il trattamento Rezum?
Rezum è un trattamento innovativo per curare l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) sviluppato negli Stati Uniti e arrivato in Europa nel 2017-2018: nasce come terapia alternativa all’intervento chirurgico di asportazione dell’ipertrofia prostatica benigna che causa una condizione ostruttiva.
La terapia con vapore acqueo è una procedura mini-invasiva che usa l’energia naturale immagazzinata in poche gocce d’acqua: in questo modo è possibile eliminare l’eccesso di tessuto prostatico che causa i sintomi urinari.
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Esistono anche le fratture del pene
La frattura o rottura del pene è una causa non così rara di rottura traumatica dell’organo sessuale maschile. Generalmente questa lesione è una disavventura sessuale: il pene si trova in erezione al momento del trauma ed ha un’elevata pressione interna. Normalmente le fratture si verificano quando il pene in erezione viene spinto con forza contro l’osso pubico della compagna durante la penetrazione. In letteratura sono state, comunque, descritte e riportate altre cause. Quando si ha un’erezione il pene è un organo rigido con pressioni interne molto elevate grazie al quale si riesce ad ottenere una buona ed efficiente erezione. Quando, in queste condizioni, una qualsiasi forza che ecceda la tensione del pene in erezione può produrre una distorsione e tensione acuta dei corpi cavernosi con rottura della tunica albuginea dei corpi cavernosi stessi.
Vaporizzazione enucleazione con laser tullio dell'adenoma di prostata: nuova promettente alternativa terapeutica
Come tutti sappiamo l’iperplasia prostatica benigna (IPB) e’ una patologia estremamente frequente nella popolazione maschile, ad andamento spesso cronico e progressivo. L’ingrossamento della ghiandola maschile necessita di un trattamento medico ed eventualmente chirurgico quando la sintomatologia minzionale diventa importante ed influenza negativamente la qualita’ di vita del paziente come l’aumento della frequenza minzionale diurna e notturna (pollachiuria, nicturia), urgenza, ipovalidita’ del getto minzionale. Inoltre, il trattamento diventa imperativo nel rischio di complicanze legate all’ostruzione allo svuotamento vescicale (deterioramento del muscolo vescicale con rischio di ritenzione di urine acuta e cronica, diverticoli vescicali, infezioni urinarie ricorrenti, calcolosi secondaria, idronefrosi, sanguinamento urinario ricorrente)
Molto spesso il primo approccio terapeutico è quello farmacologico, prevalentemente con farmaci che servono a rilassare il collo vescicale e l’uretra prostatica e facilitare lo svuotamento vescicale o con molecole che possono bloccare la crescita della ghiandola prostatica come la dutasteride o finasteride.
Entrambe le terapie, sia da sole che in combinazione possono avere effetti collaterali ed agiscono soprattutto in una fase iniziale della patologia. In caso di insuccesso delle terapie farmacologiche o di una diagnosi di ingrossamento prostatico in fase gia’ avanzata, la risoluzione si basa sulla chirurgia endoscopica.
L’indicazione per l’intervento endoscopico dell’iperplasia prostatica si basa principalmente su una o piu’ di queste situazioni:
- Insuccesso delle terapie farmacologiche con persistenza della sintomatologia ed ostruzione allo svuotamento vescicale
- Residuo post-minzionale evidenziabile all’ecografia sovrapubica maggiore di 100 ml
- Valori uroflussometrici di velocita’ massima minore di 10 ml/sec
- Complicanze quali ritenzione acuta di urine con cateterismo, diverticoli vescicali, calcolosi secondarie, infezioni ricorrenti urinarie secondarie, ematuria ricorrente secondaria, idronefrosi secondaria
La chirurgia dell’IPB consiste in un intervento endoscopico per via trans-uretrale con il quale si asporta il tessuto iperplastico ostruente l’uretra prostatica. Non viene quindi rimossa completamente la ghiandola prostatica (intervento necessario in caso di neoplasia) ma solo liberata dal suo interno dal tessuto iperplastico, cosi’ da permettere nuovamente uno svuotamento vescicale libero da ostacoli.
L’intervento, agendo per via endoscopica, generalmente non ha impatto sulla funzione sessuale del paziente ma produce la perdita dell’eiaculazione per via anterograda.
Mentre in un primo momento l’utilizzo dei laser nella chirurgia endoscopica dell’IPB aveva dato risultati inferiori rispetto al classico intervento di resezione transuretrale della prostata (TURP mono/bipolare), le nuove generazioni di laser consentono oggi di avere alcuni vantaggi.
Vasectomia: le domande e risposte più frequenti
La vasectomia, definita anche “sterilizzazione maschile” è una procedura chirurgica che consiste nel “tagliare” i dotti deferenti che sono i due tubicini che trasportano gli spermatozoi dai testicoli verso l’uretra prostatica. Ha lo scopo di prevenire gravidanze non volute. E’ un metodo contraccettivo definitivo, anche se come vedremo questo è uno dei miti da sfatare. Sulla vasectomia si è detto tutto ed il contrario di tutto, ma se gli uomini italiani sono all’ultimo posto in Europa come numero di interventi richiesti una ragione dovrà pur esserci. E sicuramente la disinformazione è una delle cause.
Come si effettua una vasectomia?
E’ un intervento chirurgico, fatto in Day Hospital, quasi sempre in anestesia locale (a meno di conformazioni anatomiche che rendano difficile la palpazione dei dotti deferenti) che prevede due piccole incisioni alla radice dello scroto, l’esteriorizzazione dei dotti deferenti e il taglio netto di questi ultimi. Tempo operatorio massimo di 15-20 minuti. Il paziente presenta due piccole cicatrici che andranno medicate per 3 giorni. I punti in genere sono in materiale riassorbibile e, quindi, non vanno rimossi. Le cicatrici tendono a mascherarsi nelle pieghe scrotali e a distanza di tempo non sono più riconoscibili. Non è necessaria una convalescenza particolare. Si raccomanda solamente astensione da sforzi fisici intensi per qualche giorno (cosa comune per tutti gli interventi sulla regione scrotale ad esempio interventi per varicocele, idrocele, cisti spermatiche …).
E’ vero che la procedura è illegale in Italia?
Assolutamente no. Era illegale fino al 1978 ma poi con la legge 194 è stata abrogata la legge che la vietava. Inoltre la corte di cassazione si è espressa a favore di questa pratica non considerandola “reato”.
E’ vero che la vasectomia è esente da rischi?
Assolutamente no. E’ vero che i rischi sono minimi e si aggirano intorno all’1-2% ma vanno tenuti in considerazione. Il primo rischio è quello della ricanalizzazione di uno dei due deferenti, molto raro dopo lo sviluppo di tecniche recenti ma comunque presente (questo significa che bisogna comprovare l’azoospermia, cioè assenza completa di spermatozooi nell’eiaculato, a distanza dall’intervento per scongiurare questo rischio mediante l’esecuzione di almeno 2 spermiogrammi a 60 e 9 0 giorni dall’intervento). Sanguinamento, ematoma, infezioni, granuloma spermatocitico o dolore testicolare cronico possono sopraggiungere in seguito all’intervento.
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