Colore urine e odore: come può cambiare e perchè
L’urina può rivelare informazioni importanti sul processo di rimozione dei rifiuti dal corpo, dando indizi sullo stato della nostra salute.
I reni servono a filtrare l’acqua in eccesso e i rifiuti solubili dal sangue, eliminano le tossine e altri elementi che altrimenti si accumulano e provocano qualche malattia. Molti elementi (proteine, zucchero, fino a batteri e funghi) potrebbero raggiungere le urine.
Se si notano cambiamenti nel modo di vedere o avvertire l’odore di urina, allora la causa potrebbe essere qualcosa di normale mangiato, come le barbabietole o asparagi. Oppure, questo cambiamento potrebbe avvisare sulla presenza di una malattia.
Se si sospetta di un problema delle vie urinarie, si deve consultare il medico, che probabilmente prescriverà un esame delle urine.
Importante analizzare diversi aspetti delle urine: aspetto, colore, odore.
Aspetto delle urine
Si riferisce alla limpidezza del fluido. Le deviazioni dall'aspetto normale possono indicare la presenza di infezioni o di ematuria (sangue nella pipì). Il valore normale varia da "limpido" a "leggermente torbido". Urine torbide possono essere dovute alla presenza di batteri, lipidi, eritrociti o leucociti o a cambiamenti del pH. Urine "fumose" possono invece essere dovute alla presenza di sangue. Le urine alcaline (pH sopra il 7,0) sono sempre torbide. La contaminazione del campione con secrezioni vaginali può influenzarne l'aspetto.
Colore delle urine
In generale, il colore delle urine dovrebbe corrispondere al suo peso specifico. Per esempio, l'urina diluita che ha basso peso specifico è praticamente incolore, mentre l'urina concentrata, a elevato peso specifico, è di colore giallo scuro o ambra. Esistono molti fattori che possono influenzare il colore delle urine, compresi i cibi, i farmaci e altre varie condizioni. Il valore normale varia da "giallo chiaro" ad "ambrato".
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Iperplasia prostatica benigna: il ruolo dell’infiammazione cronica
Crescono le evidenze a supporto del ruolo dell’infiammazione cronica della prostata nella patogenesi della IPB. L’iperplasia prostatica benigna (IPB) rappresenta la patologia urologica più frequentemente diagnosticata negli uomini a partite dalla quinta decade. Sebbene le cause di questa malattia resti in parte incerta, sono stati individuati alcuni fattori di rischio tra cui l’età e l’insulino-resistenza (diabete).
Negli ultimi anni è andata anche emergendo l’ipotesi che all’infiammazione cronica della prostata spetti un ruolo determinante nella patogenesi della IPB e nella sua progressione.
Un recente lavoro scientifico condotto da Gandaglia e collaboratori pubblicato sul BJU International nel 2013 ha effettuato un’analisi critica delle evidenze riguardanti questa ipotesi facendo emergere nuove ed interessanti prospettive.
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Prostatite cronica: classificazione, diagnosi e terapia
Le prostatiti sembrano rappresentare l’8% delle valutazioni cliniche di un urologo o un andrologo. Il 10% degli maschi sembra essere interessato, nel corso della loro vita, da una tale patologia. I pazienti affetti da questa patologia presentano problemi diagnostici e terapeutici di difficile soluzione con gravosi impegni a livello clinico, sociale ed economico.
La diagnosi di prostatite cronica viene spesso utilizzata nei soggetti che presentano una patologia piuttosto eterogenea, sulla base di determinati sintomi e in assenza di segni obiettivi. Negli ultimi tempi si tende a parlare di “sindrome dolorosa del pavimento pelvico maschile” proprio perché la prostata può essere al centro della problematica ma i sintomi possono arrivare al paziente in punti diversi e in fasi diverse.
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Colica renale: cosa è e come si affronta
La colica renale è un dolore acuto ingravescente talvolta insopportabile provocato dalla brusca distensione delle alte vie escretrici urinarie, che sono i condotti che portano l'urina prodotta dal rene alla vescica. La causa più comune che può provocare questa brusca distensione è un calcolo, una concrezione precipitata nelle urine appena prodotte dal rene. In sostanza il calcolo non è altro che un agglomerato di cristalli composti dalla precipitazione dei sali che l'organismo elimina con le urine.
Le urine sono una soluzione formata da acqua come solvente e dai sali ed altre sostanze come soluti. I soluti sono scarti dei processi metabolici del nostro organismo. Quando per motivi svariati, questi sali precipitano, formano i cristalli i quali tendono ad aggregarsi ed ingrandirsi fino a raggiungere dimensioni visibili fino a formare veri e propri sassolini di varie dimensioni chiamati calcolo. Il calcolo una volta formatosi, tende a crescere sempre di più, in quanto rappresenta un nucleo d'attrazione per gli altri cristalli.
Di solito i cristalli migrano con il flusso delle urine e quindi, per lo più, seguendo il flusso passano dal sistema pileocaliciale renale, che sono le cavità di raccolta delle urine appena formate, nell'uretere, il canale che porta le urine dal rene alla vescica. Pertanto, fisiologicamente, cristalli ed anche calcoli di piccole dimensioni, vengono eliminati costantemente con le urine senza che il soggetto se ne accorga (tipica renella talvolta fastidiosa). E' un'evenienza comune e frequente, tanto che se esaminiamo le urine di 100 persone troveremo cristalli e sedimenti in almeno 40 di questi.
Talvolta, le cose non vanno sempre come la natura ha organizzato. A causa di difetti di flusso urinario a livello dei calici renali, i cristalli non vengono eliminati subito, a volte il piccolo calcolo appena formatosi aderisce alle pareti del sistema pielocaliciale ed ha l'opportunità di ingrandirsi di molto, in alcuni casi ancora la quantità di sali nelle urine é talmente elevata che la precipitazione e la formazione del calcolo avvengono così rapidamente da ottenere un calcolo di dimensioni cospicue prima che il flusso urinario riesca a trasportarlo senza disturbo.
Però, anche quando é grosso, il calcolo é sottoposto da parte dell'attività muscolare delle vie escretrici, al tentativo di eliminazione. Questo tentativo può causare problemi, in quanto le contrazioni peristaltiche, che rappresentano appunto il movimento attivo di trasporto dell'urina da parte delle vie escretrici, incastrano il calcolo nel condotto e ostacolando il flusso provocano una brusca distensione delle vie escretrici. Si determina così la colica.