Sterilità Infertilità Maschile
Definizione
Per gli uomini come per le donne è il caso di sottoporsi ad un esame di controllo della fertilità se dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti atti al concepimento, non si sia ancora verificata una gravidanza. È stato verificato che, diversamente a quanto si credeva un tempo, le cause del mancato concepimento in una coppia riguardano almeno nel 50% dei casi il soggetto maschile.
È da sfatare il mito quindi che l'infertilità sia prerogativa prettamente femminile, anzi.
Molti uomini vivono condizioni esistenti, pregresse o temporanee di infertilità senza esserne minimamente a conoscenza, questo dovuto al fatto che solo il 10% degli uomini in età fertile fa visita ad un medico Urologo o Andrologo.
Molte sono le cause dell'infertilità maschile come infiammazioni delle vie genito-urinarie trattate male, patologie prostatiche, traumi passati, patologie genetiche cromosomiche.
Inoltre alcol, fumo e droghe possono essere nemiche della fertilità maschile.
In tutto ciò non si deve scordare che anche alcune disfunzioni erettili posso essere determinate da una patologia clinica mai curata. Se si sospetta un caso di infertilità si deve ricorrere ad una visita Urologica-Andrologica, la quale non potrà fare a meno che considerare l'anamnesi del paziente per individuare le possibili cause dell'infertilità o per accertare che non ci sia un caso di conclamata sterilità.
Fattori di Rischio
Fra i fattori di rischio, temporanei o duraturi, che possono determinare uno stato di infertilità troviamo ad esempio la febbre che può alterare la spermatogenesi. Quando un uomo ha avuto una febbre che abbia superato i 38,5° è possibile che fra i 2 e i 6 mesi successivi ci sia una temporanea infertilità.
La spermatogenesi può subire variazioni anche in caso si stia seguendo una cura per altre malattie, come ad esempio una cura tumorale.
Un fattore che può compromettere la spermatogenesi è anche dovuto all'utilizzo dell'anestesia generale o totale per un intervento.
Le già citate infezioni urinarie hanno un effetto decisamente negativo sulla produzione del liquido seminale, specie se tali infiammazioni sono correlate ad un qualche danno testicolare. Le malattie veneree sono sempre un rischio per la fertilità, ma anche in seguito a malattie abbastanza comuni può presentarsi un periodo di momentanea infertilità: orecchioni, herpes, parotite; queste malattie possono concorrere alla diminuzione della fertilità specie se contratte in età adulta, in età infantile non comportano alcun rischio.
Chiaramente influiscono sul liquido seminale anche traumi e torsioni che non siano stati curati, o la ritenzione testicolare mono o bilaterale non curata.
Diagnostica
Ci sono una serie di esami a cui l'uomo viene sottoposto per valutare la condizione del proprio sperma per valutare quali possano essere le cause che concorrono al mancato concepimento.
Queste osservazioni prevedono l'analisi del liquido seminale che permette di determinare il numero degli spermatzoi, la loro motilità e la loro normalità. Questi sono tutti parametri fondamentali per capire se vi possono essere problemi di fertilità maschile. L'esame microbiologico detto anche spermiocoltura serve per escludere un infezione batterica delle vie seminali che possono alterare la qualità dello sperma. Il profilo ormonale valuta se ci sono degli ormoni in difetto o eccesso.L'ecografia scrotale con l'ecocolor doppler evidenzia eventuali alterazioni dei testicoli e/o epididimi e la presenza di un varicocele (causa di circa un 30% dei maschi infertili).
Terapie
Le terapie che riguardano l'infertilità maschile sono suddivise fra chirurgiche o terapeutiche (cure antibiotiche, antinfiammatorie, ormonali etc.). Le vie chirurgiche sono chiaramente quelle per le quali il problema di infecondità o sterilità non dipende da fattori condizionabili.
Solitamente le cure per la fertilità maschile sono mirate a raggiungere la condizione di spermatogenesi e qualità del seme migliore. Considerati tutti i fattori e stipulata una diagnosi la cura avrà come principale risultato quello di rendere ottimale il liquido seminale.
Le terapie più comuni e importanti sono sicuramente quelle ormonali le quali tramite l'uso delle gonodotropine vanno ad equilibrare il contenuto dello sperma.
Una nuova via della cura per l'infertilità maschile prevede l'utilizzo di antiossidanti che migliorano la qualità dello sperma "stanco", un antiossidante fra tutti da ricordare è il coenzima Q10 che aumenta la quantità di sperma nei soggetti che hanno un'eiaculazione debole.
Indipendentemente dalle cure prescritte dall'andrologo è bene ricordare che in molti casi l'ansia da prestazione va ad influire sul beneficio delle terapie. È stato riscontrato che in alcuni casi le cure sono andate a termine negativamente perché le condizioni psicologiche di concepimento sono mutate rispetto all'inizio del trattamento. Solitamente queste cure hanno una durata di tre mesi, dopo i quali termina l'effetto della cura, e i termini di tempo rischiano di compromettere la rilassatezza psichica necessaria al concepimento. Nel caso di reiterato e fallimentare approccio della cura terapeutica sarà il medico a suggerire o meno di passare ad un'inseminazione artificiale.
Eiaculazione precoce
Definizione
Quando viene a mancare la capacità di permanere allo stato di massima eccitazione per diversi minuti si instaura l'eiaculazione precoce. E'forse la più frequente disfunzione sessuale maschile. È la condizione per cui un uomo è incapace di esercitare un controllo volontario sul suo riflesso eiaculatorio, per cui ha l'eiaculazione molto prima della partner. Difficile ogni tentativo di definizione in termini di normalità, in considerazione del fatto che è in funzione del tempo. I vari tentativi di inquadramento della disfunzione in termini temporali (secondi o minuti dalla penetrazione) o in termini di movimenti coitali (numero di spinte) non hanno permesso di chiarire definitivamente le caratteristiche dell'affezione in quanto non erano prese in considerazione le influenze psicologiche.
Quando l'eiaculazione avviene prima della penetrazione viene detta ante portam. L'eiaculazione precoce può essere primaria, nel caso in cui ci sia sempre stata fin dall'inizio dell'attività sessuale o secondaria, se insorta dopo anni di normalità sessuale e in seguito ad altre patologie. Le prime sono senza dubbio le forme più frequenti. Questa patologia sviluppa nei pazienti comportamenti rivolti ad avere più rapporti consecutivi nel tentativo di ottenere orgasmi ritardati nei rapporti successivi, a formulare pensieri distraenti durante i rapporti, a provocarsi dolore, a limitare le stimolazioni genitali al minimo, a ridurre i tempi dedicati alle attività preliminari col risultato di ottenere un rapporto privato di ogni aspetto piacevole ma senza validi risultati. Di qui l'allontanamento dal rapporto sessuale per cui frequentemente si instaura un deficit erettile secondario ad ansia da prestazione.
In moltissimi casi, inoltre, per un deficit nel mantenere l'erezione, si instaura una eiaculazione precoce nel tentativo di raggiungere l'orgasmo prima di avere un cedimento dell'erezione. Tale condizione di precocità crea forti tensioni emotive ed è vissuta spesso dalla partner come sintomo di egoismo del compagno che non vuole soddisfarla adeguatamente.
Cause
Le cause dell'eiaculazione precoce possono essere organiche o psicogene. Tra le cause organiche annoveriamo: eccessiva sensibilità del pene, infiammazione prostatica, vesciculiti, uretriti, balanopostiti, diabete, patologie neurologiche come sclerosi multipla, tumori del midollo, iatrogene da assunzione di farmaci, alcolismo e abuso di droghe.
Tra le cause psicogene ricordiamo l'ansia da prestazione, le problematiche di coppia, i conflitti interiori che alterano la cognizione sensitiva sessuale fino a perdere il controllo volontario della eiaculazione.
Diagnosi
La diagnosi di eiaculazione precoce si fonda su anamnesi generale, uro-andrologica e sessuologica; esame obiettivo, indagini di laboratorio, tests ed esami strumentali. La visita servirà per osservare la conformazione del pene e valutare, mediante l'esplorazione rettale, le condizioni della ghiandola prostatica. In corso di questa manovra verrà valutato anche il riflesso bulbo-cavernoso pinzettando il glande a cui, in condizioni normali, consegue una contrazione riflessa dello sfintere anale. Tra gli esami di laboratorio vanno eseguiti: glicemia ed emocromo con formula leucocitaria. Tra i test specialistici ricordiamo la F.I.C., cioè l' erezione farmaco-indotta mediante iniezione intracavernosa di un vasodilatatore, il test di fallo-vibrazione per la valutazione della soglia percettiva del pene e per il tempo di latenza eiaculatoria, il riflesso bulbocavernoso e i potenziali sacrali evocati del nervo dorsale del pene per valutare l'integrità delle strutture nervose del meccanismo eiaculatorio, la ecografia prostato-vescicolare trans-rettale che ci mostrerà l'aspetto della prostata ed in particolar modo delle vescicole seminali, spesso coinvolte in questo tipo di patologia.
Terapia
La terapia dell'eiaculazione precoce, laddove si riscontrino delle patologie organiche, è quella della malattia di base. Validi aiuti vengono da schemi terapeutici che associano tra loro anestetici locali, ansiolitici, neurolettici. Nella causa più frequente, l'ipersensibilità del glande, si esegue l'intervento chirurgico di circoncisione associato a neurotomia.
La terapia medica, ultimamente, si avvale dell'utilizzo della dapoxetina un farmaco che aumenta la latenza eiaculatoria intra-vaginale. E' un farmaco assunto al bisogno 1 a 3 ore prima del rapporto. Esistono due dosaggi: 30 mg e il 60 mg.
In parallelo può essere associata una psicoterapia breve di tipo cognitivo-comportamentale e, questa capacità di allungare i tempi, può essere riconquistata con training psicoterapeutici brevi (circa 10 sedute) che hanno lo scopo di focalizzare l'attenzione del soggetto sui propri stimoli sessuali fino a recuperare la capacità di controllare volontariamente il momento eiaculatorio senza traumi psico-fisici.
Deficit erettile - Impotenza
Definizione
La disfunzione erettile (impotenza) è l'incapacità di raggiungere e/o mantenere un'erezione sufficiente per un rapporto sessuale soddisfacente. Può comparire in tutte le decadi di vita, dal termine della pubertà alla vecchiaia; per alcuni uomini può essere un problema occasionale, per altri un problema frequente. E' importante sottolineare che avere una disfunzione erettile non significa non essere capaci di avere un orgasmo o un'eiaculazione o non essere fertili.
Fattori di Rischio
Esistono una serie di fattori di rischio che, a prescindere dall'età, si associano alla disfunzione erettile (impotenza). Vengono di seguito ricordati i più comuni:
- malattie vascolari e cardiovascolari (es. cardiopatia ischemica) e fattori di rischio ad esse correlate come ipertensione arteriosa e dislipidemie
- diabete mellito (la prevalenza di disfunzione erettile nella popolazione diabetica è circa tre volte superiore rispetto alla popolazione non diabetica e insorge più precocemente, fino 10-15 anni prima)
- obesità
- sedentarietà (al contrario, una discreta attività fisica giornaliera risulta essere protettiva nei confronti dello sviluppo della disfunzione erettile);
- fumo, principalmente di sigaretta (autorevoli studi hanno evidenziato che il fumo raddoppia il rischio di sviluppare disfunzione erettile moderata/severa)
- abuso cronico di alcol e droghe
- alcune classi di farmaci di comune uso psichiatrico o internistico (possono indurre e/o aggravare una disfunzione erettile)
- patologie neurologiche (in particolare la sclerosi multipla e lesioni midollari di varia natura) e psichiatriche
- interventi chirurgici e radioterapici sulla pelvi (es. la prostatectomia radicale è la causa più frequente di disfunzione erettile)
- insufficienza renale ed epatopatie
Tra i fattori psicogeni, rientrano principalmente le situazioni di ansia e/o depressione (componente intrapsichica) oltreché problemi di coppia (componente relazionale). E' bene sottolineare una condizione particolare, quella dell'ansia da prestazione, che può determinare un'inibizione dell'erezione spesso in seguito a uno o più precedenti episodi di fallimento. A tal proposito si dovrà tenere conto che una componente psicogena negativa si instaurerà comunque nel maschio con disfunzione erettile (impotenza), indipendentemente dal fatto che la causa iniziale sia organica.
E' chiaro a questo punto che un corretto inquadramento diagnostico del paziente con deficit erettile deve tener conto sia della componente organica, sia della componente intrapsichica del paziente e della sua componente relazionale con la partner. L'iter diagnostico dovrà ruotare su queste situazioni.
Diagnosi
La prima visita dall'Andrologo si fonda su:
- un'accurata anamnesi generale, allo scopo di ricavare una serie di utili informazioni per inquadrare la genesi del disturbo
- un'anamnesi sessuologia specifica, per inquadrare le relazioni affettive e sessuali del paziente, la componente emotiva con cui viene affrontata la situazione (tensioni e ansie, prestazionali e/o relazionali)
- un esame obiettivo generale (inclusi i polsi periferici) e dell'apparato genitale, con particolare riguardo a volume e morfologia testicolare, peniena e prostatica, ed eventuali altre anomalie anatomiche
- accertamenti laboratoristici di I° livello per valutare i principali parametri metabolici e ormonali (glicemia basale ed eventualmente post-prandiale, profili lipidico, eventuale funzionalità epatica e renale, testosterone totale e libero, LH, FSH, prolattina, TSH)
- ecografia della regione genitale
Se dagli accertamenti di I° livello emergono cause organiche (es. diabete, ipertensione, vasculopatie, o endocrinopatie), il paziente è avviato sia ad una terapia eziologica specifica (mirante a correggere i fattori di rischio) e, se necessario, all'eventuale approfondimento diagnostico di II° livello per la disfunzione erettile come per es. la valutazione vascolare peniena all'eco-Color Doppler prima e dopo iniezione intracavernosa di sostanze vasoattive (PGE1 – Ecocolor Doppler Penieno Dinamico) o l'NPT (Nocturnal Penis Tumescence) che permette di misurare il numero e l'intensità delle erezioni durante la fase più profonda del sonno.
Se dagli accertamenti diagnostici di I° livello emerge una preponderante componente primitiva psicogena, si potrà prendere in considerazione una terapia sessuale individuale o/e di coppia.
Terapia
La terapia farmacologica più utilizzata è costituita dagli inibitori della PDE-5 (5-fosfodiesterasi). Si tratta di una categoria di farmaci il cui meccanismo di azione prevede l'inibizione dell'enzima che degrada il GMP ciclico, mantenendo nel tempo il rilassamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi e quindi l'erezione. In termini meno tecnici, si tratta di un principio farmacologico che sfavorisce la perdita dell'erezione, facilitando quindi la stessa. E' implicito in tale affermazione che, ai fini dell'espletamento dell'attività sessuale, vengano attivate le normali procedure innescanti l'erezione stessa (desiderio sessuale, preliminari, ecc.), con mantenimento della normale sequenza che caratterizza l'atto sessuale umano. Questi farmaci risultano quindi rispettosi della procettività e delle altre caratteristiche della nostra sessualità. Tale precisazione si rende necessaria, dato che a volte i pazienti o le loro partners rifiutano l'approccio farmacologico perché percepito innaturale. In realtà non è così; se manca il desiderio, l'attrazione verso la partner, insomma il "gioco" sessuale, il farmaco non funziona.
Qualora il paziente si trovi in una situazione di franco ipogonadismo (con livelli di testosterone totale molto bassi), questa situazione dovrà essere corretta mediante la somministrazione di testosterone mediante preparati a lento rilascio (per via intramuscolare o transdermica). In difetto di un adeguato ambiente androgenico, la libido è ridotta ed alcuni meccanismi implicati nell'erezione risultano deficitari, con alto rischio di insuccesso in caso di somministrazione degli inibitori della PDE5.
In caso di inefficacia della terapia orale o di impossibilità all'utilizzo della stessa, l'opzione terapeutica alternativa è la somministrazione in sede intracavernosa di un farmaco (ProstaglandinaE1). Il suo utilizzo richiede un addestramento specifico del paziente circa le modalità di iniezione e l'ottimizzazione personale del dosaggio, pena l'inefficacia o l'eccesso di risposta, situazione questa che porta a complicanze quali erezioni prolungate e dolorose (priapismo).
Nei pazienti non responders alle terapie farmacologiche orali o intracavernose si può proporre l'impianto protesico penieno che risolve nel 100% dei casi le problematiche di impotenza.
In conclusione, il miglior presidio terapeutico per la disfunzione erettile è quello che deriva da un inquadramento diagnostico globale del disturbo fatto da uno specialista andrologo (un'attenta analisi del paziente, delle sue abitudini di vita, della sua relazione di coppia, del suo stato di salute generale ed un appropriato iter diagnostico). Anche la strategia terapeutica è materia specialistica dell'Andrologo, sulla base dei dati clinici, laboratoristici e strumentali ottenuti dopo un appropriato iter diagnostico.
Malattie sessualmente trasmesse MST
Definizione
Le Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST), dette anche malattie veneree, sono malattie virali o batteriche che si possono trasmettere e contrarre attraverso l'attività sessuale (alcune di queste si possono trasmettere anche per altre vie). Sono malattie prettamente a trasmissione sessuale: la sifilide, la gonorrea, il linfogranuloma venereo e l'ulcera molle. Sono trasmissibili sessualmente, ma anche in altro modo: le uretriti aspecifiche, l'herpes genitalis, i condilomi, la scabbia, la pediculosi, infezioni delle vie genitali da Candida e Trichomonas, l'epatite virale e l'AIDS.
Per quanto ci sia già il rischio di contrarle nel corso di un unico rapporto sessuale, anche fosse il primo, bisogna puntualizzare che sono in larga parte malattie curabili e, se la diagnosi è tempestiva, non danno luogo a sequele a distanza. Si consiglia quindi, in caso di secrezioni anomale dai genitali, ulcerazioni o piccole escrescenze sull'apparato genitale o anche solo quando si hanno dubbi sui rapporti sessuali avuti, di ricorrere ad una consulenza con il proprio medico o con lo specialista. Il medico è senz'altro in grado di fare diagnosi o suggerire gli accertamenti indispensabili e consigliare poi la terapia più opportuna. In ogni modo bisogna ricordare che le malattie sessualmente trasmesse riguardano entrambi i partner ed è quindi la coppia che deve essere trattata per una eradicazione della malattia, impedendone così l'ulteriore diffusione. Le uniche malattie per le quali la guarigione è in dubbio ed a maggior rischio di evoluzione sono quelle a trasmissione virale. Tra queste, l'AIDS è sicuramente quella più conosciuta e per la quale non esiste ancora un rimedio efficace. Quindi l'unica maniera per evitarla consiste nella prevenzione.
Gonorrea o Blenorragia
È una infezione acuta contagiosa a trasmissione sessuale, causata da un microrganismo gonococchico e localizzata nella maggior parte dei casi a livello delle vie urogenitali (uretra nel maschio e canale cervicale dell'utero nella donna). Presenta un breve periodo di incubazione, che va dai 2 ai 5 giorni. Nell'uomo si manifesta con una secrezione mucopurulenta bianco-verdastra, densa, accompagnata da bruciori e dolori soprattutto durante la minzione, fino a giungere anche alla comparsa di pustole e infezione del prepuzio con durata di circa 15 giorni, dopo la remissione dei sintomi e la cronicizzazione della malattia. Nella donna si manifesta con una secrezione vaginale e/o uretrale bianco-verdastra purulente. Quando l'infezione è localizzata in zone non genitali (retto, faringe, congiuntive) può essere asintomatica.
Sifilide
È una malattia infettiva batterica, trasmissibile principalmente con i contatti sessuali o attraverso la placenta della madre malata al feto. Si manifesta con sintomatologia ad andamento cronico: lesioni o sintomi a carico della cute, del sangue, di organi interni, che compaiono in sequenza. Conseguentemente la malattia è divisa in tre periodi: primario, si manifesta dopo un periodo di incubazione asintomatico di 3 settimane circa e può durare fino a 50-70 giorni, con fenomeni locali determinati dalla penetrazione dei batteri nell'organismo: formazione di un piccolo nodulo (che può scomparire dopo circa un mese anche in assenza di terapie) e ingrossamento persistente dei linfonodi regionali; secondario, segue la fase precedente nei casi non curati e corrisponde alla diffusione del batterio nel sangue e in tutti gli organi; in mancanza di cure ha una durata che va dai 2 ai 4 anni. Si manifesta con eruzioni della cute e delle mucose soprattutto intorno alle orecchie, sotto le mandibole, nelle regioni cervicale, dei gomiti, mammarie, ascellari, inguinali;
terziario, preceduto da un periodo di latenza che può durare anche anni senza manifestazioni apprezzabili, è dovuto alla possibilità di diffusione della malattia in altre zone. È caratterizzato da manifestazioni circoscritte, uniche o poco numerose, a lenta evoluzione, non dolorose, profonde e distruttive che possono colpire la cute, l'apparato scheletrico, l'occhio, l'orecchio, l'apparato digerente, la lingua e, più frequentemente, l'apparato cardiovascolare e il sistema nervoso.
Quando la sifilide viene contratta dal feto durante la gravidanza può determinare l'aborto, un parto prematuro con feto morto o con neonato vivo ma non vitale, o infine un parto a termine con manifestazioni precoci o tardive della malattia nel neonato. La prognosi è tanto più favorevole quanto più è tempestiva la diagnosi e quanto più è precoce e regolare il trattamento.
Condilomi Acuminati
Sono escrescenze papillomatose che si localizzano ai genitali, alle regioni perigenitale e perianale. Sono manifestazioni di un' infezione da virus HPV contagiosa e trasmissibile sia per via sessuale che per altre vie e attraverso la placenta della madre malata al feto. Il 75% della popolazione sessualmente attiva ha l'HPV ma solo l'1% delle persone che ha l'HPV manifesta i Condilomi. Tale manifestazione può essere favorita da fattori quali il fumo, il diabete o una depressione immunologica del proprio organismo. I condilomi acuminati si presentano dopo un periodo di incubazione che va da 1 a 8 mesi. Inizialmente si presentano come piccoli rilievi filiformi o granulosi; successivamente, crescendo, assumono l'aspetto di escrescenze ramificate o a "cavolfiore". Hanno un colorito roseo o rosso e solitamente non provocano dolore e possono localizzarsi nella vulva e nella vagina nella donna, alla base e/o nel corpo del pene, sul glande, sul frenulo, sul prepuzio o nella regione perianale nell'uomo. Se non curata, questa malattia presenta un decorso cronico e frequenti ricadute.
Herpes Simplex
Si conoscono due varietà di virus Herpes: una responsabile dell' herpes labiale e una dell'herpes genitale. L'herpes può essere asintomatico ed essere saltuariamente rilasciato dalla cute e/o mucose infette. È una infezione a carattere ricorrente, caratterizzata dalla comparsa di piccole vescicole rotondeggianti che tendono a riunirsi a grappoli, piene di liquido chiaro, che si localizzano più frequentemente sulle labbra (infezione da virus di tipo 1) e sui genitali (infezione da virus di tipo 2). Dopo alcuni giorni le vescicole si rompono, dando luogo ad erosioni superficiali che, essiccandosi, si ricoprono di croste bruno-giallastre che scompaiono del tutto nell'arco di 2 settimane circa. È tipica la recidiva sempre nelle stesse sedi. È un virus a cui sono più soggette le donne e la probabilità di contrarlo aumenta con l'avanzare dell'età e con il numero di partner.
Ulcera Molle
È una malattia batterica altamente infettiva a trasmissione sessuale. Dopo una incubazione che va da 2 a 14 giorni, si formano nella regione genitale e in quella anale lesioni che, rompendosi, danno origine a ulcerazioni dai bordi tumefatti mentre il fondo è molle (da qui il nome). Può presentarsi anche una infiammazione delle ghiandole linfatiche regionali.
Linfogranuloma Venereo
Malattia contagiosa a trasmissione sessuale causato da Chlamydia trachomatis, che si localizza ai genitali esterni e alle regioni circostanti. La lesione iniziale è un'ulcera singola , non dolente, che regredisce spontaneamente in pochi giorni; successivamente compare una linfoadenopatia a carico soprattutto dei linfonodi inguinali, che tendono a confluire tra di loro e con i tessuti soprastanti e sottostanti, costituendo piastroni duri e infiltrati. La cute sovrastante assume una colorazione violacea; di seguito al centro dei piastroni si aprono delle fistole con fuoriuscita di pus. Il paziente manifesta febbre, dolori articolari, dolori addominali e cefalea. Se non curata può degenerare in sclerosi tessutali ed elefantiasi dei genitali.
Clamydia
La Chlamydia o Clamidia è una delle malattie sessualmente trasmissibili più diffuse e particolarmente presente tra le femmine sessualmente attive con meno di 20 anni. Si tratta di un'infezione dovuta ad un batterio, la Chlamydia Trachomatis. I primi sintomi si manifestano da una a tre settimane dopo l'esposizione e possono essere molto lievi (un certo bruciore quando si urina). Tuttavia nel 75% dei casi per le donne e nel 50% dei casi per gli uomini l'infezione è addirittura asintomatica, per cui la malattia è diagnosticata per le complicanze che sviluppa. Nelle femmine è responsabile di cerviciti, malattie infiammatorie pelviche e salpingite (infiammazione delle tube di Falloppio).
Nei maschi provoca uretriti (infiammazione dell'uretra) ed epididimiti (infiammazioni dei testicoli). Trascurare questa infiammazione può essere causa di sterilità: nelle donne l'azione del batterio distrugge le tube e nell'uomo porta all'occlusione dei deferenti. Si può trasmettere o prendere la Chlamydia attraverso rapporti vaginali o anali non protetti. Prevenzione significa affrontare le relazioni sessuali con responsabilità: limitare il numero di partners, utilizzare profilattici e, se si ritiene di essere infettati, evitare contatti sessuali fino alla completa guarigione.
Candida
È un genere di funghi normalmente presente sulla nostra cute e sulle nostre mucose e solo quando si riproduce eccessivamente, per riduzione delle difese immunitarie dell'organismo o quando si viene a contatto diretto (trasmissione sessuale) o indiretto (indumenti), dà origine alla malattia. Si manifesta con emissione di secrezioni vaginali dense e biancastre accompagnate da prurito, bruciore, a volte dolore; nel maschio si può manifestare con un'infiammazione superficiale del glande e spesso pure del prepuzio, anche asintomatica. L'infezione da Candida può recidivare se non adeguatamente trattata o in presenza dei fattori favorenti sopra elencati.
Molluschi Contaggiosi
Dermatite infettiva di origine virale che si manifesta con piccoli rilievi, ombelicati al centro, di colore biancastro o roseo, che si possono localizzare a livello dei genitali.
AIDS
Questa malattia è causata dal virus HIV e comporta un progressivo deterioramento delle funzioni del sistema immunitario. L'infezione si contrae per contatto diretto tra piccole lesioni della cute o delle mucose con sangue, sperma o secrezioni vaginali infette, per trasfusione di sangue o trapianto di organi infetti, per via placentare oppure, al momento del parto o durante l'allattamento, per contagio da una madre infetta al neonato. L'infezione può rimanere silente per diversi anni (stato di sieropositività) o può portare a manifestazioni cliniche generiche che, nello stadio più avanzato, conducono alla morte. Dal momento in cui si è contratto il virus HIV si diventa potenziali veicoli di trasmissione.
Attualmente non esistono vaccini che possono prevenire l'infezione da HIV, l'unica difesa è la prevenzione: evitare rapporti sessuali non protetti sia etero che omosessuali, sia anali che vaginali o orali, con partner occasionali o con partner sospetti e nel dubbio utilizzare il profilattico; non fare uso di droghe perché queste deprimono le difese immunitarie; usare solo siringhe monouso ed evitarne assolutamente lo scambio o il riutilizzo; in caso di trasfusioni rivolgersi solo a centri autorizzati.
Se si vuole accertare il proprio stato di salute o nel caso si abbia avuto un rapporto sessuale non protetto a rischio di infezione, è opportuno eseguire il test di sieropositività (test che rileva gli anticorpi prodotti dall'organismo contro il virus HIV) dopo 1 mese dall'episodio di rischio, dopo 3 mesi e dopo 6 mesi: solo dopo questo periodo di tempo il test può essere definitivamente considerato negativo.
Balanopostite
Definizione
La balanopostite è un'infiammazione che colpisce la mucosa del glande (balanite) e la lamina interna del prepuzio (postite). Se l'infiammazione è delimitata al glande senza interessare il prepuzio la malattia è detta balanite.
Sintomi
Dolore e irritazione, accompagnati molto spesso dalla comparsa di chiazze rosse, sul glande o intorno al prepuzio, generate dalla stagnazione di smegma (secrezione delle ghiandole sebacee e delle cellule epiteliali desquamate) sono i sintomi di comune riscontro. Nelle manifestazioni più acute si nota inoltre un processo di fimosi (restringimento del prepuzio che impedisce la scopertura completa del glande).
Cause
- infezione dovuta a irritazioni del glande e del prepuzio.
- allergia: dovuta ad allergie alla gomma del preservativo, a metalli, a cosmetici, a medicinali. In questo casi il sintomo prevalente è il prurito.
- infettiva: causata da virus (soprattutto dall'Herpes Simplex), batteri (stafilococchi, streptococchi...), candida (funghi), rapporti sessuali non protetti.
Terapie
Un'attenta e mirata igiene personale è il primo passo per la delimitazione della malattia. L'utilizzo di disinfettanti o di antibiotici se l'infezione è in via di espansione sono utili per migliorare il quadro clinico. In caso di presenza di fimosi può essere necessario sottoporre la parte infetta a irrigazioni sottoprepuziali o alla circoncisione se la fimosi rischia di diventare cronica.