Dottore ma che tipo di acqua devo bere?
Quale acqua devo bere: questa è una delle domande che più frequentemente mi pongono i pazienti. Una percentuale abbastanza alta della popolazione soffre di calcolosi renale sia nelle forme più gravi (presenza di calcoli voluminosi che possono comportare un danno alla funzione di questo organo) sia nelle forme più lievi (presenza di renella ovvero “sabbia” renale) con scarsa sintomatologia e alterazione della funzione.
Per la maggior parte dei calcoli, dal punto di vista medico, non esiste alcuna evidenza scientifica che supporti l’utilizzo di una marca di acqua piuttosto che di un’altra e non esistono nemmeno evidenze che possano far preferire una determinata acqua in bottiglia all’acqua del rubinetto. Questo significa che ciò che importa per prevenire la formazione dei calcoli non sono tanto il residuo fisso, il fatto che ci sia gas o meno o il sapore quanto la quantità di acqua assunta.
Per quanto riguarda i nostri reni, i calcoli si formano per l’aggregazione di microcristalli. Se si provvede ad un corretto apporto idrico, è la stessa acqua che agisce meccanicamente “lavando” via i cristalli prima che questi si possano aggregare a formare microcalcoli e quindi calcoli veri e propri. L’adeguato apporto idrico è il primo atteggiamento corretto che qualsiasi essere umano dovrebbe rispettare per prevenire la formazione di calcoli. A maggior ragione chi soffre di calcolosi. Non è un caso che in paesi dove il clima è più arido e secco (e quindi dove il corpo tende a trattenere i liquidi creando meno urina) ci sia un’incidenza di calcolosi più elevata.
Le dimensioni del pene: una preoccupazione per l’uomo
Si stima che circa il 3 - 4% delle richieste di una visita andrologica siano motivate dal sospetto o convinzione di avere un pene piccolo (micropene). Convinzione spesso associata ad una sbagliata percezione dei genitali e sotto la quale può celarsi una dismorfofobia peniena (alterazione della percezione del proprio aspetto fisico), fenomeno questo che sembra essere in costante aumento.
La dismorfofobia peniena consiste in una distorta percezione dell’organo genitale che, pur avendo dimensioni e forme appropriate, è visto dalla persona come troppo piccolo o troppo grande o troppo curvo. Nel caso in cui le anomalie fisiche siano reali, il problema è vissuto dal paziente in modo esagerato. Questa preoccupazione ha i caratteri dell’idea ossessiva e i comportamenti ad essa associati sono quelli delle compulsioni. Le preoccupazioni inerenti l’aspetto e le dimensioni del proprio pene sono fonte di sofferenza e possono presentarsi in modo persistente o ricorrente per parecchie ore al giorno. Tale patologia può determinare ansia, depressione e condurre ad una condizione di isolamento sociale in cui il soggetto rifiuta il contatto con le donne e all’insorgere di una marcata sensibilità alle tematiche di riferimento. Questi pazienti si sentono ridicoli, deformi ed i controlli allo specchio non fanno altro che confermare le loro convinzioni. Molto spesso tali comportamenti sono frutto di confronti fatti in gioventù negli spogliatoi di palestre.
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Curiosità sulle urine
Cosa contiene la nostra pipì?
L’urica contiene almeno 3.000 sostanze diverse. L’urina è il mezzo principale attraverso il quale ci liberiamo delle scorie dei processi metabolici e delle sostanze estranee o tossiche: contiene componenti sia organici (urea, acido urico, aminoacidi ecc.) sia inorganici (ioni sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, fosfati, solfati ecc.). I ricercatori hanno individuato ben 3.079 sostanze (o metaboliti): 72 dovuti ai batteri, 1.453 provenienti dal corpo, e 2.282 dipendenti da dieta, farmaci, cosmetici o ambiente (alcuni composti appartengono a più di un gruppo).
Quanta urina produciamo?
Si stima che un uomo adulto ne produce in media un litro e mezzo al giorno, circa 550 litri all’anno. È stato calcolato che in una vita passiamo circa 106 giorni a fare pipì !!! Tutti i mammiferi di grossa e media taglia (uomo compreso) impiegano più o meno 21 secondi per svuotare completamente la vescica.
Perché ci viene da urinare?
La pipì viene prodotta dai reni e raccolta in una specie di piccolo serbatorio, la vescica. Quando nella vescica l’urina raggiunge la quantità minima di 300 ml, parte uno stimolo nervoso, una sorta di “troppo pieno”, che provoca il desiderio di eliminare il liquido attraverso la contrazione della vescica stessa. I bambini che “se la fanno addosso” non hanno ancora imparato a controllare questo stimolo. Quando siamo stressati o nervosi lo stimolo aumenta a dismisura fino a”farcela” quasi addosso perché? Lo stress ci pone in una situazione di "attacco o fuga": l'adrenalina liberata può far ricevere lo stimolo come più urgente del solito, o anche incrementare la produzione di urina da parte dei reni. In pratica il sistema nervoso centrale opera a un più alto livello di sensibilità, e impiega meno tempo ad attivare il riflesso.
Negli sportivi cosa succede?
Durante gli sport il bisogno di urinare si riduce: i liquidi in eccesso (acqua, sali minerali, urea) sono espulsi per lo più col sudore. Ma in alcuni sport di lunga durata gli atleti possono sentire lo stimolo impellente di urinare, e lo fanno senza interrompere la gara. I ciclisti lo fanno sul ciglio della strada, spesso mentre pedalano. Lo stesso capita ai piloti di Formula 1, che non possono uscire dall’abitacolo. I subacquei urinano nella muta.
Le urine comunicano?
Per gli animali, oltre che un’esigenza fisiologica (gli elefanti ne fanno fino a 50 litri al giorno), è un mezzo di comunicazione. Attraverso i feromoni, particolari sostanze chimiche, contenuti nella pipì, molte specie - dai crostacei ai felini – possono infatti lanciare messaggi ai propri simili, arrivando a influenzarne il comportamento. Attirando per esempio il maschio in un modo praticamente irresistibile.
Da cosa dipende il colore?
Dipende dalla urobilina, un pigmento biliare che deriva dalla degradazione della bilirubina (il prodotto della distruzione dei globuli rossi al termine del loro ciclo vitale). Se si beve abbastanza e si è ben idratati, l’urobilina è diluita in molta acqua e l’urina è giallo tenue. Una pipì giallo scuro può indicare che è necessario assumere più liquidi, mentre una tendente al bianco potrebbe significare che abbiamo bevuto troppa acqua e che i reni sono sottoposti a uno sforzo eccessivo.
Urina e test gravidanza
Oggi ci sembrerà poco ortodosso, ma fino ai primi anni '60, l'unico test di gravidanza affidabile consisteva nell’iniettare l'urina di una donna in una femmina di Xenopo liscio (Xenopus laevis) rana nativa degli stagni fangosi del Sud Africa. Negli esemplari femmina veniva iniettata l'urina di una donna e se quest'ultima era incinta, la rana, dopo l'iniezione, cominciava a produrre uova.
Il test venne sviluppato da Lancelot Hogben, che nel 1930 aveva scoperto che poteva controllare l'ovulazione nelle rane utilizzando alcuni ormoni. Ne dedusse che iniettando l'urina nei sacchi linfatici della rana, se questa deponeva delle uova dopo 12 ore era segno che la gonadotropina corionica, un ormone prodotto dall'embrione nella seconda settimana di sviluppo, era presente nelle urine della donna, che dunque era era incinta. La procedura era nota come il test di Hogben.
Può essere importante fare pipi durante la doccia?
Non c’è dubbio che molti già lo facciano, anche se imbarazzati a dichiararlo pubblicamente. Eppure l’argomento ha una logica reale e innegabile: fare pipì mentre si fa la doccia potrebbe comportare vantaggi enormi per l’ambiente. Ne sono convinti Debs Torr e Chris Dobson, due studenti dell’Università di Norwich (Inghilterra), che hanno lanciato fra i 15 mila allievi dell’ateneo, con il sostegno del rettore. L’obiettivo è convincere le persone a fare la prima pipì della giornata sotto la doccia, così da sfruttare la stessa acqua per entrambe le funzioni, e risparmiando quella che altrimenti si consumerebbe in più con lo sciacquone. Secondo Debs e Chris, se tutti gli studenti del campus adottassero tale comportamento si risparmierebbe in poco più di un anno l’acqua necessaria a riempire ventisei volte una piscina olimpica. Inoltre potrebbe essere utilizzata come “detersivo”: il Tweed scozzese uno dei tessuti più pregiati, usato per abiti da uomo, deve in qualche modo la sua fama all’urina, che veniva messa nell’acqua per pulirlo bene, sfruttando il potere sbiancante dell’ammoniaca.
Dott. Gian Luca Milan
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