La strana storia dell’invenzione del Viagra
La famosa "pillola blu" non sarebbe forse mai esistita, se non fosse stato per l'attenzione e la sensibilità di un'infermiera. A raccontare la curiosa storia del Viagra, il farmaco contro la disfunzione erettile che dal 1998 è stato acquistato da oltre 62 milioni di uomini nel mondo, è un articolo pubblicato sulla rivista Quartz (Viagra’s famously surprising origin story is actually a pretty common way to find new drugs), piuttosto esemplificativo di come funzionano ricerca farmacologica e corpo umano.
Nonostante la popolarità del Viagra, gli scienziati della compagnia farmaceutica Pfizer non cercavano un medicinale per la cura dell'impotenza, ma contro disturbi cardiovascolari come ad esempio l'angina pectoris, un dolore al torace provocato dallo scarso afflusso del sangue nelle arterie coronarie. Il Sildenafil, il principio attivo del farmaco, doveva dilatare i vasi sanguigni del cuore bloccando una proteina chiamata PDE-5. Nei modelli animali aveva funzionato piuttosto bene e senza effetti collaterali, così nei primi anni '90 si passò a testare il preparato anche sull'uomo. I benefici sull'angina pectoris non si rivelarono soddisfacenti. In compenso molti pazienti trattati iniziarono a mostrare alcuni e strani "inconvenienti".
La sessualità nei pazienti con malattia cardiovascolare
Una vita sessuale soddisfacente è essenziale per il ritorno alla vita di pazienti che hanno subito infarti cardiaci, trombosi coronarica o che hanno subito interventi cardiochirurgici. Molte volte capita che si presentino difficoltà o, in casi estremi, l’impossibilità di riprendere l’attività sessuale desiderata, causando nel paziente (sia uomo che donna) paura, frustrazione e inevitabili conflitti coniugali.
Studi condotti dall’American Heart Association dimostrano la necessità del paziente di ricevere informazioni riguardo al funzionamento e alla ripresa dell’attività sessuale dopo infarto, angina, interventi di by-pass coronarici, di malformazioni congenite, o in presenza di insufficienza cardiaca. Questi pazienti chiedono se è possibile una vita sessuale dopo un evento cardiaco perché spesso le coppie credono che a seguito della malattia o dell’intervento la loro sessualità sia destinata a finire. Questa preoccupazione deriva dal fatto che spesso i pazienti cardiologici, sia maschi che femmine, soffrono di disfunzioni sessuali, determinate sia da patologie associate all’evento cardiaco come diabete mellito, ipertensione, insufficienza cardiaca, ansia e depressione, che dall’assunzione di farmaci necessari per il sistema cardiovascolare: antiipertensivi, tranquillanti, antidepressivi, farmaci che controllano le aritmie e l’angina pectoris, betabloccanti e diuretici. Questi farmaci possono causare nell’uomo deficit erettivo e problemi di eiaculazione, mentre nella donna possono portare secchezza vaginale, con conseguente possibilità di sviluppare la dispareunia (dolore nel rapporto), mancanza di orgasmo o difficoltà nel raggiungere e mantenere l’eccitazione. Oltre alle patologie organiche e ai farmaci tra le cause delle disfunzioni sessuali vengono riscontrati anche i fattori psicologici. I blocchi maggiori nascono da paura e depressione: per i pazienti vittime di infarto o angina c’è il timore di avere un attacco, anche fatale, durante il coito, mentre l’ospedalizzazione, la sensazione di sentirsi fragili e in pericolo di vita tendono a far sviluppare patologie depressive.
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È nato il francobollo dell'amore
Si chiama “francobollo dell’amore”: a differenza delle tradizionali compresse, è maneggevole come un cerotto e pronto all’uso come una caramella: basta un gesto veloce, non serve acqua e la sua assunzione è svincolata dai pasti. Si tratta di “Rabestrom”, farmaco già a disposizione sul mercato come nuova terapia contro la disfunzione erettile. A differenza delle tradizionali compresse, i suoi effetti sono rapidi: agisce in circa mezz’ora.
La Disfunzione Erettile è una patologia che interessa il 18% degli uomini sopra i 50 anni e l’8% di quelli più giovani: e questo solo in Italia. La proporzione di uomini che ne soffre va dal 12,9% dell’Europa meridionale al 28,1% del Sud-est asiatico. Percentuali che potrebbero essere sottostimate: l’ISTAT annovera infatti la Disfunzione Erettile fra le cosiddette “Patologie Iceberg”. Vale a dire che dei 3.145.000 pazienti con disfunzione erettile, solo 400 mila affrontano il problema e i suoi possibili trattamenti.
L’estensione della patologia ha una chiara riprova: nell’ultimo anno il consumo di Sildenafil – la formulazione generica del Viagra – è aumentato di ben il 13,4%. Eppure i trattamenti tramite compressa (Viagra) o altri farmaci simili (Cialis, Levitra, Spedra) non riescono a garantire una gestione ottimale del farmaco nelle sue particolari condizioni di utilizzo. I tempi di efficacia sono piuttosto lunghi -un’ora di media- e impongono di programmare il rapporto sessuale: tutte componenti che incidono negativamente sul livello d’ansia della persona, sulla risposta dei partner, e quindi sul buon esito del rapporto.