Sesso dopo un infarto cardiaco: si può fare
Si può fare del sesso dopo aver subito un infarto? Certo che sì ma con il proprio partner, non con un amante. Avere un'avventura fuori da un rapporto stabile può creare molto stress, aumentando sensibilmente il rischio di ricadute o anche di un nuovo attacco cardiaco. Molto spesso, causa medici poco propensi ad affrontare il discorso e pazienti imbarazzati, questa domanda incompiuta si trasforma in un fastidioso dubbio per tutti quelli che hanno subito un infarto e non sanno se e come la loro vita sotto le lenzuola dovrà cambiare. E’ importante che i professionisti che lavorano in ambito sanitario forniscano ai pazienti che hanno avuto un infarto o un ictus consigli sulla ripresa dell'attività sessuale. I pazienti devono essere avvisati che lo stress da sesso extraconiugale potrebbe mettere a rischio la salute delle persone con malattie cardiache. Non si tratta di una assoluta novità, in quanto lo scorso anno i cardiologi statunitensi avevano lanciato questo tipo di allarme, rivolto ai maschietti infedeli: il carico di stress legato all'ansia da prestazione, unita alla cornice extrafamiliare della scappatella, aumenta il rischio di morte improvvisa durante il rapporto sessuale. Un messaggio che era il frutto di uno studio, secondo il quale su 6.000 morti improvvise registrate, solamente lo 0,6% aveva riguardato una persona impegnata in attività sessuale. Il 93% di questi interessava uomini che stavano avendo un rapporto sessuale extraconiugale, con donne più giovani di loro. Dopo un episodio infartuale i cardiologi consigliano quindi di riprendere l'attività sessuale dopo una settimana, a patto che non sia un rapporto per così dire clandestino.
Esiste una differenza tra urologo e andrologo?
Molti pazienti con disturbi della sfera sessuale si pongono questo quesito: a quale Medico mi rivolgo? Urologo? Andrologo? Sessuologo? Ginecologo?
La risposta sembra ovvia ma in realtà per molti soggetti maschili non è così. Le donne imparano fin da giovani a conoscere il Ginecologo quale specialista di riferimento che solitamente le accompagnerà per tutte le fasi della loro vita (menarca, gravidanza, parto, menopausa). Per l’uomo, invece, le cose non stanno così anche per la timidezza che alcuni hanno a parlare di problematiche delicate ad altri anche se sono Medici.
Talvolta i pazienti si convincono a rivolgersi ad uno Specialista e lo fanno senza chiedere consiglio al proprio Medico Curante ma si pongono questa domanda: che differenza c’è tra urologo ed andrologo?
Sesso oltre i 60 anni: si può fare?
Superati i 60 anni quasi un italiano su due ritiene sia normale rinunciare all'attività sessuale, un'opinione condivisa da uomini e donne. Tuttavia, questo comportamento potrebbe essere sbagliato in quanto l'attività sessuale dopo i 50 anni potrebbe contribuire a prevenire la comparsa di alcune patologie come il cancro alla prostata e le malattie cardiache. I dati relativi agli over 60 "rinunciatari" sono emersi da un'indagine condotta dalla Società Italiana di Urologia (SIU) nel 2008 che ha intervistato 16 mila persone.
I dati raccolti dalla SIU sono frutto di un progetto d'informazione itinerante che ha fatto tappa in 100 città italiane. Gli esperti, oltre ad informare i visitatori sulle regole d'oro per la salute dell'apparato uro-genitale, hanno chiesto alle persone di partecipare ad un'indagine sul livello di conoscenza delle malattie urologiche.
Alcuni studi hanno evidenziato che il sesso dopo i 50 anni aiuta nella prevenzione del cancro alla prostata. L'attività sessuale non porta quindi solo dei benefici a livello psicofisico ma, attraverso l'eiaculazione, si contribuisce ad eliminare il ristagno nel plasma seminale di sostanze pro-infiammatorie che hanno un ruolo nel favorire l'insorgenza del tumore. In base ai dati raccolti durante l'indagine, ben il 60% degli italiani è consapevole del positivo influsso di una regolare attività sessuale sulla prostata.