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La percezione dolorosa durante l'atto eiaculatorio rappresenta un comune disturbo che affligge e tormenta molti uomini sessualmente attivi. Alcuni pazienti si rivolgono all'andrologo solo dopo aver superato paure e vergogna del tutto infondate. Si stima che gli uomini tendano a rivolgere al medico i propri problemi molto più tardi rispetto alle donne: l’eiaculazione dolorosa non dovrebbe, quindi, essere motivo di imbarazzo, tutt'altro, poiché più velocemente si corre ai ripari, più velocemente il problema sarà risolto. I pazienti lamentano un'eiaculazione dolorosa o fastidiosa, accompagnata spesso da dolore alla minzione; alcuni di loro affermano che la percezione dolorosa, talvolta, si protrae addirittura per alcune ore in seguito al rapporto. Nella stragrande maggioranza dei soggetti, la causa risiede nella contrazione spasmodica della ghiandola prostatica durante l'eiaculazione, determinata, a sua volta, infiammazioni da cuasa batterica (prostatiti). È doveroso ricordare che la prostata conserva anche la funzione di produrre parte del liquido seminale estromesso durante l'atto eiaculatorio.
Tuttavia, l'eiaculazione dolorosa potrebbe celare anche uretriti (infezioni a livello dell'uretra), disturbi che rientrano tre le malattie sessualmente trasmissibili. L'infiammazione dell'uretra e la flogosi della prostata rappresentano i due fattori causali più comunemente responsabili dell'eiaculazione dolorosa; ad ogni modo, possibili imputati sono anche le infezioni che interessano lo sperma - provocate soprattutto dalla clamidia o micoplasmi . Anche un restringimento del cale uretrale (stenosi uretrale) può determinare dolore durante I rapporti ma spesso, questi, sono accociati anche alla debolezza del flusso urinario con difficoltà minzionali.
E’ importante distingure tra rapporto ed eiaculazione dolorosa.
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«Urologo, Andrologo chi sono?!». Ecco cosa rispondono gli italiani interpellati in tema di prevenzione al maschile: otto su dieci non sono mai andati dall’urologo. Il 43% non sa che le malattie sessualmente trasmissibili si possono prevenire e, davanti al sospetto di averne presa una, il 31% preferisce parlarne con un amico piuttosto che con il medico. Solo il 16% usa regolarmente il preservativo durante i rapporti. Il 48% crede che perfino che l’epatite B sia causata dall’alimentazione scorretta.
I maschi italiani si trascurano, prestano poca attenzione all’alimentazione, si lasciano andare a stili di vita poco salutari e, soprattutto, sfuggono ai controlli di routine con il medico. Insomma, l’italiano medio non crede nella prevenzione, nemmeno quando si tratta di disturbi ‘intimi’ legati all’apparato uro-genitale. Il ritratto è stato delineato da un sondaggio su oltre 20 mila uomini.
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Spesso ci si domanda quanto ansia e stress possono incidere nelle coppie sterili nell’esito dei trattamenti di Procreazione Assistita. Spesso capita di avere un familiare o un amico che ci ha palato del suo problema.
Tra le problematiche ricorrenti, riferite dalle coppie, ho potuto riscontrare ansia per la paura di non riuscire, diffidenza nei confronti dei farmaci (mi gonfio, aumento di peso, fanno venire il tumore), silenzi nella coppia e il senso di colpa per sentirsi il portatore del problema, creando tensione e difficoltà a proseguire i trattamenti.
Pertanto, è indispensabile trovare degli elementi utili per prevenire la paura che potrebbe portare ad interrompere prematuramente il percorso di Procreazione Assistita, abbandonando il progetto di diventare genitori.
Gli ultimi dati pubblicati, in recenti ricerche ci mostrano un quadro interessante, sembrerebbe che tra le cause di abbandono delle terapie il 50% è legato a problematiche psicologiche che comprendono stress emozionale, che si manifesta soprattutto all’inizio dei trattamenti come la Fecondazione Assisitita. Nell’analisi di questi dati, la qualità del rapporto di coppia gioca un ruolo determinante. Donne con un buon rapporto di coppia, ricco di intesa condivisione e comprensione, riescono con più facilità a tollerare lo stress dei trattamenti.
Perché lo stress gioca un ruolo così importante nel percorso di Fecondazione Assistita?
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Molti atleti abbinano la corsa alla bicicletta per minimizzare il rischio di infortuni o di recidive di infortuni. Notoriamente la bicicletta è considerata uno sport molto meno traumatico della corsa e ciò è indubbiamente vero.
Andando avanti con l’età però si scopre sorprendentemente che questo non è poi una verità assoluta; le statistiche infatti dicono che esistono praticamente pochissimi ciclisti professionisti che hanno dovuto interrompere la loro attività a causa di infortuni (quasi sempre rovinose cadute), mentre sono molti i top runner che hanno vista stroncata una carriera da microfratture, dolori ai tendini ecc. Se si esaminano le statistiche degli over 50, si scopre invece che la bicicletta non è poi così tanto favorita. Infatti non pochi sono i ciclisti amatori over 50 che hanno dovuto smettere per: dolori alla schiena, dolori alla cervicale, dolori al ginocchio. Molti sono coloro che smettono in seguito a traumi da caduta; infatti con l’età i riflessi sono rallentati e una caduta che in un giovane atleta ben allenato non causa conseguenze in un ciclista attempato, poco reattivo e in sovrappeso può avere conseguenze disastrose.