- Dettagli
- Categoria: Stili di vita, dieta, sport e sessualità
E’ ormai grandemente dimostrato che un’attività fisica regolare riveste un ruolo decisivo per la nostra salute generale prevenendo o ritardando l’insorgenza di malattie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa, le malattie coronariche, le malattie metaboliche quali il diabete e le dislipidemie.
Anche per quanto riguarda la sessualità maschile i benefici dell’attività fisica sono evidenti svolgendo questa funzione protettiva e di prevenzione dei disturbi della funzione erettile. Uno studio del Massachussets Male Aging Study del 2000, condotto su 1156 uomini tra i 40 e 70 anni seguiti per 8 anni, ha evidenziato una presenza quasi doppia di disfunzione erettile nel gruppo di soggetti che non praticava abitualmente un’attività fisica. Un altro studio pubblicato su JAMA nel 2004 documentava un miglioramento della funzione erettile in soggetti obesi e diabetici dopo un programma di calo del peso corporeo associato ad attività fisica. Un altro importante studio pubblicato nel 2010 sul Journal of Sexual Medicine ha dimostrato che un’attività fisica continuativa migliora la funzionalità erettile sia nei pazienti che utilizzato farmaci vasodilatatori pro-erezione (Cialis, Viagra o Levitra) sia nei pazienti che non utilizzano tali farmaci. Inoltre tale studio ha dimostrato che nel gruppo di pazienti che faceva sport aumentava l’appetito sessuale (libido) con aumento dei livelli nel sangue dell’ormone maschile testosterone.
- Dettagli
- Categoria: Disfunzioni Sessuali
La Disfunzione erettile colpisce una larga percentuale di soggetti. Il principale fattore determinante è l’età: ne sono affetti il 9% degli uomini di età compresa fra i 18 e i 39 anni e fino al 70% degli uomini di età superiore a 60 anni. Il dato più sconcertante è che i maggiori consumatori di Viagra hanno un’età compresa fra i 18 e i 45 anni. Dal 1998 al 2002, l'uso da parte di questa fascia di età è cresciuta del 312%.
Gli uomini che usano farmaci per la disfunzione erettile (Cialis, Levitra, Viagra) a scopo ricreazionale hanno più probabilità di sviluppare una disfunzione erettile (DE) psicogena ovvero una DE generata dalla nostra mente. Questo concetto emerge in modo chiaro da un recente studio pubblicato sul Journal of Sexual Medicine (Harte CB, Meston CM. Recreational use of erectile dysfunction medications and its adverse effects on erectile function in young healthy men: the mediating role of confidence in erectile ability. J Sex Med. 2012 Jul;9(7):1852-9).
- Dettagli
- Categoria: Ricerche
Numerosi studi clinici supportano l’ipotesi che la disfunzione erettile (DE) rappresenti un fattore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari (CVD). Basti pensare che la DE incidentale presenta un valore predittivo per gli eventi cardiovascolari simile o superiore ai tradizionali fattori di rischio inclusi fumo, iperlipidemia e familiarità per infarto del miocardio.
Grazie ad un recente lavoro di Miner e collaboratori, viene rafforzato il significato prognostico della DE in relazione a due tipi di popolazione: gli uomini <60 anni di età e quelli con diabete.
Nella review viene riportato, tra gli altri, l’interessante studio di Inman che ha raccolto dati da un campione casuale di oltre 1400 uomini con partner sessuale regolare e nessun precedente di insufficienza coronarica (CAD). Dopo un follow-up di 10 anni è emerso un quadro allarmante: nella fascia di età più giovane, cioè tra i soggetti di età compresa tra i 40 e i 49 anni, la presenza di DE determina un rischio di CAD circa 50 volte superiore rispetto ai soggetti della stessa età ma senza DE. Lo stesso gruppo di dati riporta che per gli uomini di età superiore ai 70 anni invece la presenza di DE ha un valore predittivo molto meno efficace (solo 5 volte superiore al gruppo di uomini senza DE).
- Dettagli
- Categoria: Ricerche
L'iperplasia prostatica benigna (IPB) è una malattia comune nella popolazione anziana. L’ingrossamento della prostata inizia già intorno ai 40 anni ed aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età e, pertanto, è considerata una patologia benigna a carattere progressivo, in cui la crescita lenta ma costante della ghiandola prostatica si traduce clinicamente in uno spettro di sintomi che altamente inficiano la qualità di vita del paziente e che vengono comunemente chiamati sintomi del basso tratto urinario (LUTS). Tra questi sintomi, infatti, vi sono l'urgenza e l'aumentata frequenza minzionale, un getto debole di urina, la nicturia, e lo svuotamento incompleto della vescica.
Molti sono i fattori potenzialmente implicati nella patogenesi e progressione dell'IPB. Infatti, anche se l'età resta il fattore di rischio più riconosciuto per l'IPB, questa può riflettere altri disordini sistemici, quali ad esempio la sindrome metabolica. Un potenziale fattore eziologico comune tra IPB e la sindrome metabolica è senz'altro l'ipogonadismo (bassi livelli dell’ormone maschile circolante: testosterone).