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Una vita sessuale soddisfacente è essenziale per il ritorno alla vita di pazienti che hanno subito infarti cardiaci, trombosi coronarica o che hanno subito interventi cardiochirurgici. Molte volte capita che si presentino difficoltà o, in casi estremi, l’impossibilità di riprendere l’attività sessuale desiderata, causando nel paziente (sia uomo che donna) paura, frustrazione e inevitabili conflitti coniugali.
Studi condotti dall’American Heart Association dimostrano la necessità del paziente di ricevere informazioni riguardo al funzionamento e alla ripresa dell’attività sessuale dopo infarto, angina, interventi di by-pass coronarici, di malformazioni congenite, o in presenza di insufficienza cardiaca. Questi pazienti chiedono se è possibile una vita sessuale dopo un evento cardiaco perché spesso le coppie credono che a seguito della malattia o dell’intervento la loro sessualità sia destinata a finire. Questa preoccupazione deriva dal fatto che spesso i pazienti cardiologici, sia maschi che femmine, soffrono di disfunzioni sessuali, determinate sia da patologie associate all’evento cardiaco come diabete mellito, ipertensione, insufficienza cardiaca, ansia e depressione, che dall’assunzione di farmaci necessari per il sistema cardiovascolare: antiipertensivi, tranquillanti, antidepressivi, farmaci che controllano le aritmie e l’angina pectoris, betabloccanti e diuretici. Questi farmaci possono causare nell’uomo deficit erettivo e problemi di eiaculazione, mentre nella donna possono portare secchezza vaginale, con conseguente possibilità di sviluppare la dispareunia (dolore nel rapporto), mancanza di orgasmo o difficoltà nel raggiungere e mantenere l’eccitazione. Oltre alle patologie organiche e ai farmaci tra le cause delle disfunzioni sessuali vengono riscontrati anche i fattori psicologici. I blocchi maggiori nascono da paura e depressione: per i pazienti vittime di infarto o angina c’è il timore di avere un attacco, anche fatale, durante il coito, mentre l’ospedalizzazione, la sensazione di sentirsi fragili e in pericolo di vita tendono a far sviluppare patologie depressive.
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Si chiama “francobollo dell’amore”: a differenza delle tradizionali compresse, è maneggevole come un cerotto e pronto all’uso come una caramella: basta un gesto veloce, non serve acqua e la sua assunzione è svincolata dai pasti. Si tratta di “Rabestrom”, farmaco già a disposizione sul mercato come nuova terapia contro la disfunzione erettile. A differenza delle tradizionali compresse, i suoi effetti sono rapidi: agisce in circa mezz’ora.
La Disfunzione Erettile è una patologia che interessa il 18% degli uomini sopra i 50 anni e l’8% di quelli più giovani: e questo solo in Italia. La proporzione di uomini che ne soffre va dal 12,9% dell’Europa meridionale al 28,1% del Sud-est asiatico. Percentuali che potrebbero essere sottostimate: l’ISTAT annovera infatti la Disfunzione Erettile fra le cosiddette “Patologie Iceberg”. Vale a dire che dei 3.145.000 pazienti con disfunzione erettile, solo 400 mila affrontano il problema e i suoi possibili trattamenti.
L’estensione della patologia ha una chiara riprova: nell’ultimo anno il consumo di Sildenafil – la formulazione generica del Viagra – è aumentato di ben il 13,4%. Eppure i trattamenti tramite compressa (Viagra) o altri farmaci simili (Cialis, Levitra, Spedra) non riescono a garantire una gestione ottimale del farmaco nelle sue particolari condizioni di utilizzo. I tempi di efficacia sono piuttosto lunghi -un’ora di media- e impongono di programmare il rapporto sessuale: tutte componenti che incidono negativamente sul livello d’ansia della persona, sulla risposta dei partner, e quindi sul buon esito del rapporto.
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Tanti sono i soggetti maschili angosciati sulle dimensioni dei propri genitali così come possono essere le ragazze preoccupate per la grandezza dei loro seni. Quando si parla di dimensioni in andrologia, il pensiero e l’attenzione delle persone cade subito sulle dimensioni del pene. In realtà i soggetti con pene molto piccolo (micropene) sono rarissimi e la maggior parte di coloro che percepiscono l’organo sessuale maschile di ridotte dimensioni soffre di dismorfofobia: le dimensioni sono regolari ma il soggetto è convinto di averlo piccolo. In questo caso va rassicurato ed eventualmente avviato a valutazione psicosessuologica. In realtà le dimensioni del pene sono un problema secondario anche perché, sotto il profilo riproduttivo il pene non è l’unico organo dell’ apparato genitale maschile. Ai testicoli, invece, diamo sempre scarsa attenzione e mai ci domandiamo su quali dimensioni dovrebbero avere e quali caratteristiche. Il testicolo è invece il principale organo dell’apparato riproduttivo e sessuale che abbiamo, in quanto ghiandola deputata a produrre gli spermatozoi, le cellule della fertilità, e gli ormoni sessuali, il più importante dei quali è il testosterone.
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Sempre più frequentemente la ricerca scientifica, in ambito urologico, è indirizzata sul tema prevenzione dei tumori dell’apparato uro-genitale. In particolare numerosi studi si affacciano all’orizzonte sulla prevenzione del cancro prostatico divenuto oggi per incidenza il primo tumore maligno dell’uomo superando il tumore del colon-retto e quello polmonare.
Un nuovo studio ha considerato la Papaya come frutto esotico con capacità protettive nei confronti del tumore di prostata. Questo è il messaggio che sembra arrivarci da un recente lavoro, svolto da alcuni ricercatori dell’Università australiana di Queensland aBrisbane, ora pubblicato sulla rivista “Biomedicine & Pharmacotherapy ”.
La Papaya (nome scientifico Carica Papaya) è una pianta infestante e di facile coltivazione in tutti i climi tropicali caldo-umidi, nota anche come “albero dei meloni” per i suoi frutti dalla forma ovale, che ricorda effettivamente quella del melone, dall’aspetto giallo quando sono maturi e verdi quando ancora acerbi.
La Papaya presenta le seguenti proprietà salutari: antiossidante, aiuta la digestione, favorisce la regolarità dell’intestino, rinforza il sistema immunitarie, riduce il colesterolo, purifica la pelle e gli occhi. Soprattutto la prima proprietà è quella più importante. Gliantiossidanti comuni sono: vitamine,carotenoidi, criptoxantina, beta-carotene, luteina. Queste sostanze che prevengono l’ossidazione delcolesterolo e proteggono così l’organismo dallemalattie cardiache (infarti, ischemie …) e dall’ arteriosclerosi. Pochi sanno delle più importanti proprietà delle foglie della Papaya che, a differenza del frutto, sono amare appunto a causa dell' alta concentrazione di fitonutrienti in esse contenuti, che sembrano favorire anche una maggiore azione antiossidante ed immunitaria e che sono responsabili degli effetti biologici positivi di queste foglie; questi fitonutrienti sono costituiti soprattutto dalla papaina ed da altri alcaliodi e composti fenolici in esse contenuti.