- Dettagli
- Categoria: Stili di vita, dieta, sport e sessualità
L’erezione peniena è il processo che porta all’aumento del turgore e delle dimensioni del pene e rappresenta un evento involontario. Tale fenomeno, che rispecchia lo stato di eccitazione sessuale maschile, è sostenuto dall’integrazione di stimoli di varia natura. Per mantenere una erezione a lungo è importante che lo stimolo sessuale che l’ha provocata duri a lungo e che sia intenso. L’erezione stabile viene resa più duratura da stimoli mediamente eccitanti rinnovati nel tempo (ad esempio cambiando posizione durante l’amplesso), piuttosto che da un solo stimolo altamente eccitante ma che non viene rinnovato. Ci sono alcuni consigli per alzare le possibilità di prolungare al massimo la durata delle erezioni. Alcuni di essi sono gli unici che danno realmente risultati sul medio periodo, specie se seguiti simultaneamente.
- Dettagli
- Categoria: Disfunzioni Sessuali
Finalmente qualcosa di nuovo per l’eiaculazione precoce. Sicuramente non si tratta di una nuova molecola o un nuovo rimedio per questa affezione ma la formulazione di questo prodotto lo rende assolutamente interessante come se considerassimo questo prodotto come un farmaco innovativo. Parliamo del “Fortacin “ nuovo farmaco da poco in commercio per l’eiaculazione precoce. Si tratta di uno spray in confezioni monodose da somministrare al bisogno. Si è visto essere efficace in circa 5 minuti e avere la durata di circa un paio d’ore. Attualmente per l’eiaculazione precoce esiste un’unica terapia approvata (Priligy - Dapoxetina) che consiste nell’assunzione di un farmaco in compresse poco prima del rapporto sessuale. Lo spray Fortacin sembra aumentare i tempi di penetrazione, ritardare l’orgasmo e rendere migliore la prestazione sessuale. E farà la gioia dei quattro milioni di uomini che non si ritengono all’altezza dei desideri della propria partner.
- Dettagli
- Categoria: Ricerche
In ambito medico e nella popolazione generale se ne parla troppo e se ne parla spesso male: del PSA. L’Antigene Prostatico Specifico è uno degli esami sierologici più eseguiti ma sul cui valore ed importanza effettiva si hanno delle grosse lacune. Alcuni individui non lo eseguono mai o solo 1 o 2 volte nella loro vita, altri lo effettuato più volte all’anno senza alcuna indicazione o significato clinico. Senza ombra di dubbi, ancora oggi, per noi urologici il PSA rappresenta un fondamentale esame diagnostico per la diagnosi precoce del carcinoma prostatico. La ricerca medica relativa alla diagnosi precoce del tumore della prostata ha prodotto nel corso degli ultimi anni numerosi ed innovativi risultati di grande interesse.
In particolare sono stati completati almeno 4 grandi studi di popolazione che hanno seguito alcune decine di migliaia di soggetti maschi a partire dai 40 anni di età e fino alla loro morte o al compimento degli 85 anni di vita. Si tratta quindi di studi iniziati negli anni sessanta e mirati a studiare il fenomeno dell’invecchiamento. Tipicamente ogni soggetto inserito in uno di questi studi veniva sottoposto ad accurata visita medica ed a prelievo di sangue ogni 12 mesi. Dal punto di vista prostatico, l’idea geniale dei ricercatori attivi in questi studi è stata quella di identificare tutti coloro che erano morti per tumore della prostata o che, pure essendo ancora vivi, avevano sviluppato un tumore prostatico con metastasi a distanza ed andare a dosare proprio in questi soggetti il PSA nei campioni di sangue raccolti 40 anni prima (tipicamente in una età variabile tra 40 e 50 anni) per verificare se fosse possibile identificare un valore di PSA ottenuto in giovane età e già capace di avere un valore predittivo a lungo termine.
- Dettagli
- Categoria: Chirurgia
Come tutti sappiamo l’iperplasia prostatica benigna (IPB) e’ una patologia estremamente frequente nella popolazione maschile, ad andamento spesso cronico e progressivo. L’ingrossamento della ghiandola maschile necessita di un trattamento medico ed eventualmente chirurgico quando la sintomatologia minzionale diventa importante ed influenza negativamente la qualita’ di vita del paziente come l’aumento della frequenza minzionale diurna e notturna (pollachiuria, nicturia), urgenza, ipovalidita’ del getto minzionale. Inoltre, il trattamento diventa imperativo nel rischio di complicanze legate all’ostruzione allo svuotamento vescicale (deterioramento del muscolo vescicale con rischio di ritenzione di urine acuta e cronica, diverticoli vescicali, infezioni urinarie ricorrenti, calcolosi secondaria, idronefrosi, sanguinamento urinario ricorrente)
Molto spesso il primo approccio terapeutico è quello farmacologico, prevalentemente con farmaci che servono a rilassare il collo vescicale e l’uretra prostatica e facilitare lo svuotamento vescicale o con molecole che possono bloccare la crescita della ghiandola prostatica come la dutasteride o finasteride.
Entrambe le terapie, sia da sole che in combinazione possono avere effetti collaterali ed agiscono soprattutto in una fase iniziale della patologia. In caso di insuccesso delle terapie farmacologiche o di una diagnosi di ingrossamento prostatico in fase gia’ avanzata, la risoluzione si basa sulla chirurgia endoscopica.
L’indicazione per l’intervento endoscopico dell’iperplasia prostatica si basa principalmente su una o piu’ di queste situazioni:
- Insuccesso delle terapie farmacologiche con persistenza della sintomatologia ed ostruzione allo svuotamento vescicale
- Residuo post-minzionale evidenziabile all’ecografia sovrapubica maggiore di 100 ml
- Valori uroflussometrici di velocita’ massima minore di 10 ml/sec
- Complicanze quali ritenzione acuta di urine con cateterismo, diverticoli vescicali, calcolosi secondarie, infezioni ricorrenti urinarie secondarie, ematuria ricorrente secondaria, idronefrosi secondaria
La chirurgia dell’IPB consiste in un intervento endoscopico per via trans-uretrale con il quale si asporta il tessuto iperplastico ostruente l’uretra prostatica. Non viene quindi rimossa completamente la ghiandola prostatica (intervento necessario in caso di neoplasia) ma solo liberata dal suo interno dal tessuto iperplastico, cosi’ da permettere nuovamente uno svuotamento vescicale libero da ostacoli.
L’intervento, agendo per via endoscopica, generalmente non ha impatto sulla funzione sessuale del paziente ma produce la perdita dell’eiaculazione per via anterograda.
Mentre in un primo momento l’utilizzo dei laser nella chirurgia endoscopica dell’IPB aveva dato risultati inferiori rispetto al classico intervento di resezione transuretrale della prostata (TURP mono/bipolare), le nuove generazioni di laser consentono oggi di avere alcuni vantaggi.