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La corporoplastica o falloplastica e´un intervento chirurgico finalizzato al raddrizzamento dell’incurvamento del pene. La curvatura del pene può essere congenita o acquisita. Quella congenita si manifesta in età giovanile e solitamente viene corretta tra i 18 e 30 anni di età. Quella acquisita si manifesta solitamente in età più avanzata ed è causata principalmente dalla malattia di La Peyronie o Induratio Penis Plastica. Questa patologia determina una fibrosi della tunica albuginea dei corpi cavernosi associata talvolta alla formazioni di vere e proprie “placche” calcifiche. Il pene ha una forma cilindrica con una parte libera impiegata nella copula, e una parte fissa perineale fissa detta radice del pene. La parte libera si distingue a sua volta in corpo del pene (formato da 2 corpi cavernosi tessuto erettile vero e proprio ricoperti da una guaina di tessuto connettivo detta tonaca albuginea) e dal glande con l´orifizio esterno dell´uretra. Tale patologia nei casi di severo incurvamento puo´ portare ad un impotenza coitale (impotenza coeundi), e a volte, a causa del sopraggiungere di un secondario danno neurovascolare ad un impotenza erettiva (impotenza erigendi); al problema meccanico si aggiungono poi le sequele psicologiche in quanto il paziente rifiuta e non accetta piu´ il proprio organo sessuale, rifiuta il rapporto sessuale per vergogna o per paura di recar dolore o fastidio alla propria compagna. La diagnosi deve essere sempre accertata e documentata dopo erezione farmacologicamente indotta con l’acquisizione di auto fotografie del pene in erezione. La terapia e´sempre conservativa nei casi di lieve-medio incurvamento penieno; la terapia chirurgica deve essere presa in considerazione solo nei casi di severo incurvamento come ultima ratio quando e´ compromesso il coito. L’incurvamento puo´essere dorsale (verso l´alto), laterale o ventrale (verso il basso) o nei casi piu´complessi misto. E´ consigliabile eseguire sempre una valutazione psicologica del paziente prima di sottoporlo a qualsiasi tipo di intervento. Gli interventi di plastica ricostruttiva di raddrizzamento descritti sono molti e variegati piu´o meno complessi con asportazione o meno della placca di fibrosi formatasi nei corpi cavernosi. La “corporoplastica secondo Nesbit”- è l’intervento eseguito prevalentemente per corregge l´incurvamento creato dalla fibrosi e dalla retrazione della tonaca albuginea e consiste nell´eseguire mirate plicature con sutura della tunica albuginea del corpo cavernoso opposto al curvatura.
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Attenzione uomini !!! Anche per voi conta l’età per fare i figli.
“Trovate il tempo per fare un bambino” aveva ammonito l'economista Sylvia Ann Hewlett.
Ingannate dall'idea che per la medicina tecnologica tutto sia possibile, e dall'aspetto fisico che le fa apparire sempre giovani, le donne sono state indotte a credere che rimandare la maternità non sia un problema. Ma l'orologio biologico scorre anche per i maschi.
Nelle società occidentali si diventa padri sempre più tardi.
Tuttavia, la natura ha altre regole: uno studio pubblicato da Human Reproduction conferma che uomini sani cominciano a perdere fertilità a partire dai vent'anni. I ricercatori della School of Public Health dell'università di Berkeley hanno studiato i campioni di sperma di un centinaio di uomini tra i 20 e gli 80 anni. L'effetto più significativo dell'età non è tanto sulla quantità del seme, quanto sulla motilità degli spermatozoi, che diminuirebbe dello 0,7 per cento per ogni anno di età. Per un uomo di vent'anni la probabilità di avere difetti nella motilità degli spermatozoi è del 25 per cento, del 40 per cento a trent'anni, del 60 per cento a 40 e dell'85 per cento a 60. Con l'età, sempre in base allo stesso studio, diminuisce fortemente anche la motilità progressiva, la capacità degli spermatozoi di muoversi verso la meta: già a 30 anni la probabilità che sia anormale è del 50 per cento.
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Sembrerebbe di sì. Da una ricerca condotta negli Stati Uniti emerge che gli uomini più in forma ed intelligenti produrrebbero spermatozoi più sani e vitali e avrebbero maggiori possibilità di riprodursi. Questo quanto emerge da uno studio pubblicato nel 2009 Miller Geoffrey e pubblicato sulla rivista Commun Integr Biol. La qualità degli spermatozoi prodotti dall’uomo, pertanto, potrebbe infatti essere un buon indicatore delle sue capacità intellettuali. Questo potrebbe essere interpretato in chiave evolutiva: l’intelligenza di un uomo rappresenta alle donne il suo stato generale di salute e quindi le sue capacità riproduttive. I ricercatori dell’università del New Mexico hanno analizzato i campioni di sperma di diverse centinaia di uomini e confrontati con opportuni test hanno misurato il loro stato di salute fisica e la loro intelligenza.
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Un recente lavoro scientifico, apparso sul Journal of the American Medical Association e condotto su circa 8.700 uomini, sembra scatenare tutte una serie di paure ed ansie in chi utilizza questo ormone come terapia sostitutiva, ad esempio nei deficit legati all’andropausa. Infatti, questo studio di analisi retrospettiva, condotto da alcuni ricercatori del Southwestern Medical Center di Dallas, sembra mostrare un aumento del rischio di infarto, ictus e morte nei maschi che iniziano questa terapia con il testosterone dopo essersi sottoposti, per important problemi cardiovascolari, ad una angiografia delle coronarie.
La casistica presentata è imponente: quasi 9000 uomini con un’età media di 60 anni, importanti problemi cardiaci, come già detto, e un livello di testosterone nel sangue sotto i 300 nanogrammi per decilitro (per avere un vero e proprio deficit di ormone, cioè un ipogonadismo, si deve scendere al disotto dei 230 nanogrammi per decilitro).